La versione originale si chiamava Baccarat, e il nome "Chemin de Fer" (ferrovia) nasce dal fatto che le carte furono messe in una scatola di ferro.
Lo Chemin de Fer è un gioco molto simile al Baccarà (Baccarat) per quanto riguarda i punteggi e le carte utilizzate, sebbene se ne distacchi per quanto riguarda lo svolgimento del gioco.
Negli ultimi tempi i casinò lo preferiscono al Baccarat Tout Va sia perché richiede un solo croupier e sia perché da casinò un utile più certo e costante.
Si gioca con sei mazzi di carte, tre di un colore e tre di un altro. Intorno al tavolo siedono minimo sette giocatori, in posti numerati, e l’impiegato del casinò che dirige il gioco e incassa la tassa (detta “cagnotte”) pari al 5% della vincita.
I giocatori giocano l’uno contro l’altro, nei ruoli di banchiere e di puntatore. Obiettivo del gioco è fare nove, che è il punto più elevato, o avvicinarsi il più possibile a esso, con due o tre carte.
Le carte sono inserite nel sabot, da dove sono estratte una a una dal banchiere. I giocatori, a turno, rivestono il ruolo di banchiere, iniziando dal posto n. 1, collocato alla destra del croupier.
La partita comincia quando il banchiere costituisce il banco, cioè la somma che intende rischiare e che non può essere inferiore al minimo stabilito per quel tavolo. Distribuisce alternativamente due carte al puntatore e due per sé, estraendole a una a una dal sabot. Il punto si ottiene sommandone il valore e detraendo sempre le decine.
Le figure valgono dieci e non hanno pertanto alcun valore.
Esempio: una figura e il nove daranno il punto nove, mentre due o tre figure formeranno invece il punto 0 (baccarà).
Un sette e un sei daranno, sommati, il punto tre, che si ottiene detraendo la decina.
Il puntatore è il giocatore che chiama banco. Tutti i giocatori hanno diritto a chiamare banco.
Se nessuno chiede banco, tutti possono partecipare con puntate inferiori, fino alla copertura dell'intera cifra messa in palio dal banchiere.
Quando le puntate sono numerose e difficili da conteggiare il croupier accetta con riserva le ultime fatte. Se esse vanno oltre, la cifra prevista non saranno pagate e restituite a chi le ha fatte.
Se invece le puntate non coprono l'intera cifra, messa dal banchiere, la differenza è tolta dalla quota del banchiere e accantonata (messa in garage nel gergo). La cifra sarà restituita al banchiere alla fine del suo turno.
Quando più giocatori giocano contro il banco e il ruolo di punta è svolto da chi ha fatto la puntata più consistente: sarà lui a ricevere le carte e a gestire il gioco.
Quando il giocatore che ha chiesto banco perde, può richiederlo di nuovo con precedenza su tutti gli altri. Il puntatore, dopo aver ricevuto due carte dal banchiere, può chiedere un’altra carta per avvicinarsi sempre di più al nove, oppure tenersi il punto già conseguito.
Normalmente il giocatore si comporta nel seguente modo: se ha sette o sei, il puntatore deve restare, dicendo semplicemente “No”; se ha cinque, è libero di agire a piacimento; mentre con i punti zero, uno due, tre e quattro chiede la terza carta che il banchiere dovrà dargli ove, scoprendo subito le sue carte, non abbia nove o otto di battuta.
Il banchiere, invece, avendo sette, non tira, mentre con zero, uno o due tirerà sempre. Con gli altri punti, di norma, si comporterà seguendo il disposto di una regola, secondo i quali, chiunque può chiedere consiglio all’impiegato. In ogni caso, il puntatore, se è l’unico ad aver giocato, o il banchiere possono comportarsi, nella fase di tiraggio, a loro piacimento, con l’unico obbligo di chiedere o darsi carta, quando hanno il punto zero.
Se vince lo sfidante, allora l'ammontare del banco spetterà a lui, continuando il senso di gioco; se vince il banco, questi può:
- Continuare a giocare, lasciando la posta (che è raddoppiata rispetto al turno precedente detratta la cagnotte.)
- Dimezzare la posta, solo entro il 3° turno (la terza vincita consecutiva), questa possibilità non è ammessa in tutte le Case da gioco.
- Dichiarare "c'è un seguito" ovvero ritirarsi e trattenere per sé l'ammontare del banco accumulato fino a quel momento; in tal caso il banco è messo all'asta.
In pratica lo Chemin de Fer è un altro caratteristico gioco da casinò che può essere considerato una diretta derivazione del baccarà.
Le due sostanziali differenze sono queste: il banco cambia continuamente e invece di due punte c’è né una sola. Esattamente funge da punta chi chiama il banco o chi esegue la puntata più elevata. Intorno al tavolo, che ha sempre forma ovoidale allungata, siedono dieci persone: il direttore del gioco (rappresentante del casinò) e nove giocatori. Il direttore del tavolo distribuisce le carte al giocatore che è seduto alla destra. Costui è il primo a parlare e deve annunciare la scommessa.
Lo Chemin de Fer è un gioco molto simile al Baccarà (Baccarat) per quanto riguarda i punteggi e le carte utilizzate, sebbene se ne distacchi per quanto riguarda lo svolgimento del gioco.
Negli ultimi tempi i casinò lo preferiscono al Baccarat Tout Va sia perché richiede un solo croupier e sia perché da casinò un utile più certo e costante.
Si gioca con sei mazzi di carte, tre di un colore e tre di un altro. Intorno al tavolo siedono minimo sette giocatori, in posti numerati, e l’impiegato del casinò che dirige il gioco e incassa la tassa (detta “cagnotte”) pari al 5% della vincita.
I giocatori giocano l’uno contro l’altro, nei ruoli di banchiere e di puntatore. Obiettivo del gioco è fare nove, che è il punto più elevato, o avvicinarsi il più possibile a esso, con due o tre carte.
Le carte sono inserite nel sabot, da dove sono estratte una a una dal banchiere. I giocatori, a turno, rivestono il ruolo di banchiere, iniziando dal posto n. 1, collocato alla destra del croupier.
La partita comincia quando il banchiere costituisce il banco, cioè la somma che intende rischiare e che non può essere inferiore al minimo stabilito per quel tavolo. Distribuisce alternativamente due carte al puntatore e due per sé, estraendole a una a una dal sabot. Il punto si ottiene sommandone il valore e detraendo sempre le decine.
Le figure valgono dieci e non hanno pertanto alcun valore.
Esempio: una figura e il nove daranno il punto nove, mentre due o tre figure formeranno invece il punto 0 (baccarà).
Un sette e un sei daranno, sommati, il punto tre, che si ottiene detraendo la decina.
Il puntatore è il giocatore che chiama banco. Tutti i giocatori hanno diritto a chiamare banco.
Se nessuno chiede banco, tutti possono partecipare con puntate inferiori, fino alla copertura dell'intera cifra messa in palio dal banchiere.
Quando le puntate sono numerose e difficili da conteggiare il croupier accetta con riserva le ultime fatte. Se esse vanno oltre, la cifra prevista non saranno pagate e restituite a chi le ha fatte.
Se invece le puntate non coprono l'intera cifra, messa dal banchiere, la differenza è tolta dalla quota del banchiere e accantonata (messa in garage nel gergo). La cifra sarà restituita al banchiere alla fine del suo turno.
Quando più giocatori giocano contro il banco e il ruolo di punta è svolto da chi ha fatto la puntata più consistente: sarà lui a ricevere le carte e a gestire il gioco.
Quando il giocatore che ha chiesto banco perde, può richiederlo di nuovo con precedenza su tutti gli altri. Il puntatore, dopo aver ricevuto due carte dal banchiere, può chiedere un’altra carta per avvicinarsi sempre di più al nove, oppure tenersi il punto già conseguito.
Normalmente il giocatore si comporta nel seguente modo: se ha sette o sei, il puntatore deve restare, dicendo semplicemente “No”; se ha cinque, è libero di agire a piacimento; mentre con i punti zero, uno due, tre e quattro chiede la terza carta che il banchiere dovrà dargli ove, scoprendo subito le sue carte, non abbia nove o otto di battuta.
Il banchiere, invece, avendo sette, non tira, mentre con zero, uno o due tirerà sempre. Con gli altri punti, di norma, si comporterà seguendo il disposto di una regola, secondo i quali, chiunque può chiedere consiglio all’impiegato. In ogni caso, il puntatore, se è l’unico ad aver giocato, o il banchiere possono comportarsi, nella fase di tiraggio, a loro piacimento, con l’unico obbligo di chiedere o darsi carta, quando hanno il punto zero.
Se vince lo sfidante, allora l'ammontare del banco spetterà a lui, continuando il senso di gioco; se vince il banco, questi può:
- Continuare a giocare, lasciando la posta (che è raddoppiata rispetto al turno precedente detratta la cagnotte.)
- Dimezzare la posta, solo entro il 3° turno (la terza vincita consecutiva), questa possibilità non è ammessa in tutte le Case da gioco.
- Dichiarare "c'è un seguito" ovvero ritirarsi e trattenere per sé l'ammontare del banco accumulato fino a quel momento; in tal caso il banco è messo all'asta.
In pratica lo Chemin de Fer è un altro caratteristico gioco da casinò che può essere considerato una diretta derivazione del baccarà.
Le due sostanziali differenze sono queste: il banco cambia continuamente e invece di due punte c’è né una sola. Esattamente funge da punta chi chiama il banco o chi esegue la puntata più elevata. Intorno al tavolo, che ha sempre forma ovoidale allungata, siedono dieci persone: il direttore del gioco (rappresentante del casinò) e nove giocatori. Il direttore del tavolo distribuisce le carte al giocatore che è seduto alla destra. Costui è il primo a parlare e deve annunciare la scommessa.
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