giovedì 30 dicembre 2010

Prestiti cambializzati, finanziamenti con cambiali

I prestiti cambializzati sono prestiti personali il cui rimborso avviene attraverso delle cambiali bancarie. Il prestito cambiario, a differenza di tutti gli altri tipi di finanziamento non richiede un controllo nelle banche dati, quindi risulta un prodotto particolarmente interessante per chi è segnalato presso le centrali rischi come cattivo pagatore.

I prestiti cambializzati rappresentano un tipo di prestiti che si distingue il rimborso che avviene attraverso cambiali.

I finanziamenti consistono in una quantià di denaro che una banca eroga a un individuo che assume l'impegno a restituirla con delle rate.

Le cambiali sono un titolo di credito che permette di spostare un pagamento.
La cambiale è un titolo esecutivo, la conseguenza è che se il debitore non provvede al pagamento, il creditore ha la possibilità di pretendere il dovuto con il pignoramento dei beni.

I prestiti cambializzati rappresentano quindi una possibilità interessante per i cattivi pagatori che hanno bisogno di un finanziamento.

Il prestito cambializzato si può dividere in due differenti tipologie:

La prima tipologia richiede la garanzia del TFR (Trattamento di Fine Rapporto/Liquidazione) nel caso in cui il cliente sia un lavoratore dipendente.
Se si trattasse di lavoratore autonomo, si renderebbe necessaria una polizza sulla vita stipulata da almeno due anni.

La seconda tipologia di prestito cambializzato viene concessa attraverso l'apposizione di una doppia firma. Questa tipologia permette l'erogazione del prestito anche a persone neo assunte e che non hanno ancora maturato un'anzianità lavorativa tale da avere il TFR (Trattamento di Fine Rapporto/Liquidazione).

E' una speciale linea di credito che permette di finanziare tutti quei soggetti che per svariati motivi non possono accedere alle linee di credito convenzionali, avendo così la possibilità di poter contare su un prodotto tutelato che possa soddisfare in qualsiasi momento esigenze di liquidità.

L'istituto finanziario non richiede alcuna motivazione specifica ai fini dell'erogazione della somma pattuita e rimborsi avvengono tramite cambiali con cadenza mensile.

Le cambiali possono essere appoggiate su un qualsiasi istituto bancario (anche se diverso da quello dove si ha il conto corrente)

A senconda degli istiti che finanziano, il servizio offre:
Nessuna spesa anticipata, Anche con protesti o disguidi finanziari, Massima riservatezza, Nessuna motivazione richiesta, Tasso fisso, Firma singola, Da 24 a 120 mesi, Acconti immediati, Da 1.500 a 45.000 € per la singola operazione.

Documentazione richiesta
Ultima busta paga e modello CUD (dipendenti)
Fotocopia carta d'identità e codice fiscale.

lunedì 27 dicembre 2010

Cartomanzia Tarocchi consulto gratuito

Chiama il nostro servizio professionale di cartomanti al telefono in funzione 24 ore su 24 tutti i giorni.
I nostri esperti cartomanti interpreteranno i tarocchi per te e ti daranno i migliori consigli e le soluzioni che non riesci a trovare.
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Chiamaci per un consulto immediato con telefono cartomanti e riconquista il tuo futuro, non lasciarti sapraffare dalla vita, ma affidati alla sensibilità e all'esperienza delle nostre esperte ed esperti in lettura e interpretazione dei tarocchi. La nostra esperienza e la nostra capacità di ascoltarti e proporti soluzioni con l'ausilio della cartomanzia applicata con serietà e professionalità ti riporterà il sorriso.

Nel servizio di cartomanzia telefonica di troverai un aiuto e un consiglio professionale per risolvere i problemi di ogni giorno e di ogni tipo: Amore, Affari, Affinità di Coppia, Fortuna, Fedeltà del partner, Lavoro, Interpretazione dei sogni e Previsioni del Lotto. Nella vita di ognuno di noi possono capitare dei momenti in cui non si riesce più a valutare con obbiettività quello che ci accade intorno, e non sappiamo più dove rivolgerci per trovare una soluzione.

Questi e altri sono gli annunci che potete trovare per farvi leggere il futuro, ma occhio alla spesa non costano così poco come dicono.
Chissà poi perchè sono quasi sempre donne le cartomanti mmm

sabato 18 dicembre 2010

Prestiti e finanziamenti per protestati, cattivi pagatori e pignorati

Un protesto è l’accertamento del mancato pagamento di una cambiale o di un altro titolo di credito come le rate di un prestito.
La constatazione viene fatta da un pubblico ufficiale e il protesto viene redatto da un notaio e poi trasmesso alla Camera di Commercio che inserisce i protestati in un particolare elenco.
Il prestito a protestati e il prestito a pignorati sono spesso di difficile ottenimento a causa della valutazione finanziaria del cliente attraverso le banche dati CTC, CRIF: nei casi in cui venga concesso accesso al credito può avere notevoli difficoltà nell'ottenimento del prestito, o trovarsi ad accettare condizioni e tassi d'interesse poco convenienti.
Il motivo è che prestiti personali non possono essere concessi ai protestati, poiché, chi risulta dalle banche dati dei protesti, viene identificato dalle banche e dalle finanziarie come cliente non finanziabile.
Per questo, per prestiti e finanziamenti a clienti protestati o pignorati (i cosidetti "cattivi pagatori") possono richiedere il finanziamento non solo i dipendenti, ma anche protestati o in difficoltà economiche purchè titolari in prima persona (o tramite familiari pensionati) di pensione di vecchiaia, anzianità o reversibilità.
Se rispetti alcuni requisiti minimi puoi richiedere un prestito anche se sei stato protestato o se risulti un cattivo pagatore.
Secondo la legge 180/50 (in particolare agli artt. 68-69) anche chi ha avuto pignoramenti può ottenere un prestito tramite cessione del quinto. Se hai avuto problemi di pagamento, insolvenze o protesti può accedere comunque ai finanziamenti purchè tu possa dare all’ente erogante la garanzia di un contratto di lavoro a tempo indeterminato e un minimo di anzianità lavorativa.
Se il livello finanziario del cliente, risultante dalle banche dati, è buono si può procedere con un prestito fiduciario, ovvero un prestito che non è finalizzato all’acquisto di un bene, ma viene concesso per esigenze di liquidità.
Senza dimenticare, anche per protestati e pignorati, la possibilità di ottenere un prestito personalizzato, che soddisfi completamente l’esigenze del cliente accogliendo a pieno la sua richiesta.
I prestiti a protestati e a cattivi pagatori vengono erogati tramite la cessione del quinto stipendio nel caso in cui gli assegni o le cambiali protestate non siano ancora stati regolarizzati. In alternativa è possibile procedere con una cancellazione del protesto e procedere con l'erogazione di un prestito personale.

Se invece vuoi essere cancellato dalla centrale rischi devi:
1. In caso di mancato pagamento di due rate, in seguito alla regolarizzazione del pagamento, la cancellazione è in automatico trascorsi 12 mesi;
2. Per ritardi superiori alle due rate, la cancellazione avviene dopo 24 mesi dalla regolarizzazione del pagamento;
3. Per chi invece ha a suo carico delle morosità gravi devono trascorrere 36 mesi dalla regolarizzazione del pagamento.

domenica 12 dicembre 2010

Planetwin365 scommesse sport poker italia quote

PlanetWin365.com non rappresenta solo un’alternativa al mercato, non vuole proporsi solo come un sito pensato e dedicato al giocatore e non è stato creato per essere soltanto un operatore tra tanti. PlanetWin365.com, brand dedicato al gioco di SkySport365, è in realtà una rivoluzione, un nuovo modo di intendere il gioco sia da parte dell’operatore che da parte del cliente.
L’esperienza di gioco, ampia e variegata come mai prima, si arricchisce di contenuti assolutamente innovativi, unici e in continua evoluzione.
Essere versatili, agili nella manovra, disponibili ad ascoltare e sempre pronti a intervenire, sono infatti concetti imprescindibili per un bookmaker giovane ma già forte.

SkySport365 ha voluto distinguersi dal mercato sin dal primo momento.
Cominciando proprio dalla licenza (n° lla-12003/4-09), concessa dal governo del Tirolo dopo numerosi e attenti controlli volti al pieno rispetto delle normative e alla tutela del consumatore.
Valutazioni e accertamenti che SkySport365 ha superato brillantemente e che supera ogni giorno a pieni voti grazie all’impegno profuso e al valore di professionisti riconosciuti ed operanti nel settore dei giochi online da quasi tre lustri.

La globalizzazione, termine chiave di questo inizio millennio, si traduce quotidianamente per SkySport365 in palinsesti sempre più ricchi, in tipologie di gioco atipiche e in sistemi di accettazione del gioco 24 ore su 24, 365 giorni l’anno.
Non possono infatti essere tralasciate le innumerevoli offerte, limitandosi al solo mercato delle scommesse, riguardanti l’early market, gli antepost, il draw no bet, il segna o non segna dei singoli Calciatori, gli over/under Corners e cartellini i bonus sulle multiple e tanto altro ancora.

SkySport365 per rendere ancora più trasparente il proprio operato ha messo a disposizione di tutti gli utenti un fantastico strumento di gioco il “Market Movers” offrendo così l’andamento delle scelte effettuate dai giocatori sulle singole partite, una possibilità in più per essere informati circa gli ultimi movimenti del mercato e le preferenze degli altri clienti.
Un’offerta che si arricchisce ulteriormente, giorno dopo giorno, grazie agli investimenti mirati al continuo perfezionamento di PlanetWin365.com.
Risultati verificabili, e quotidianamente apprezzati, dai nostri clienti , che rendono PlanetWin365.com un autentico punto di riferimento per giocabilità ed interazione in tutto il mercato Europeo del Betting.

E poi, se oltre a giocare volete essere informati, quale posto migliore di PlanetWin365.com, l’unico sito in grado di aggiornare costantemente il cliente con le ultime notizie dal mondo dello sport e dall’intero settore del Betting. Anche in questo caso SkySport365 ha deciso di confermare il proprio ruolo innovatore nel mondo dei giochi tramite Liveradio365, la prima Webradio pensata, dedicata e realizzata per gli appassionati di sport e scommesse che amano l'intrattenimento e la buona musica.

Benvenuti nel mondo di SkySport365 l'unico operatore capace di offrire un prodotto moderno, affidabile e stabile in qualsiasi situazione.

Offerta

Il gioco sicuro non è solo un claim per SkySport365, non è un motto privo di valore. Tutela della privacy del giocatore, pieno rispetto delle normative antiriciclaggio, offerta di gioco responsabile, garanzie tecniche e informatiche. Questi alcuni dei nostri punti di forza che servono a distinguerci ulteriormente da quanti non identificano nel giocatore un cliente, il primo patrimonio della società.

Come già accennato, l’offerta di SkySport365 vuole essere innovativa ed effettivamente completa. Scommesse Sportive a Quota fissa ed al Totalizzatore 24 ore su 24, LiveBetting, ma soprattutto nuove tipologie di gioco che vi aiuteranno a pronosticare in modo redditizio le vostre scommesse sportive. Grafiche accattivanti, moderne ma semplici. Questo perché il nostro vuol essere un autentico portale dedicato al gioco, in grado di offrire una varietà di possibilità pressoché infinite, curate con la stessa elevatissima attenzione sia che si tratti di Coppa del Mondo che di sport minori.

Termini e Condizioni

Paragrafo 1
Sono ammessi all’apertura di un conto e all’accesso ai nostri servizi solo utenti maggiorenni che abbiano compiuto il diciottesimo anno di età. È responsabilità del Cliente assicurarsi di rispettare le leggi a cui è soggetto o del proprio stato prima di registrarsi sul nostro portale di scommesse sportive. Il Cliente è consapevole che utilizzando i nostri servizi potrebbe perdere somme di denaro, si assume quindi la totale responsabilità per eventuali perdite di denaro o per altri danni pecuniari scaturiti dalle sue azioni di gioco.

Paragrafo 2
Il gioco online potrebbe essere vietato dalla legge vigente in materia nel luogo in cui avviene la transazione, in questo caso vi invitiamo a non effettuare transazioni di gioco. PlanetWin365 non si assume alcuna responsabilità per eventuali violazioni delle leggi locali o nazionali perpetrate dal Cliente. E' esclusiva responsabilità del Cliente rispondere, presso le autorità fiscali competenti, per le vincite effettuate sul nostro portale di gioco.

Paragrafo 3
Per utilizzare i servizi di PlanetWin365, è necessario aprire un conto gioco. Una volta effettuata la registrazione, verrà inviata un’email con i dati d´accesso . Il Cliente è responsabile per la segretezza e la custodia del proprio User-id e della propria Password. Scommesse piazzate da terzi, che sono a conoscenza dei dati d´accesso, verranno considerate valide. Ogni persona può essere intestataria di un solo conto gioco. Ci riserviamo il diritto di chiudere eventuali ulteriori conti,intestati a terze persone, aperti con lo scopo di raggirare la società e di annullare tutte le scommesse piazzate in essi.

Paragrafo 4
Tutti i prelievi dal conto gioco saranno soggetti a verifica prima di essere processati. Se il procedimento di verifica rivelerà una violazione dei Termini e delle Condizioni da parte del cliente, PlanetWin365 ha il diritto di non erogare il pagamento della vincita o del bonus. Per prelevare le vincite scaturite da depositi effettuati con carta di credito, il cliente sarà tenuto a fornire una copia di un documento di identità, una copia di ognuna delle carte usate (fronte e retro) e una dichiarazione firmata a conferma delle transazioni effettuate. Le richieste di prelievo saranno processate con lo stesso metodo di pagamento utilizzato dal cliente per il deposito. Per poter prelevare gli importi ricevuti con i Bonus e le relative vincite, sarà necessario soddisfare determinati requisiti. Sarà premura del Cliente informarsi sui Termini e le Condizioni di utilizzo del Bonus.

Paragrafo 5
La compagnia si riserva il diritto di chiudere il conto di un Cliente senza nessuna giustificazione. In questo caso l’importo presente sul conto sarà pagato al momento della risoluzione del rapporto. La stessa procedura sarà applicata per scommesse aperte che dovessero risultare vincenti.
Validità e Accettazione delle Scommesse:

Paragrafo 6
Una volta confermata la scommessa non può più essere modificata o annullata dal cliente. PlanetWin365 si riserva il diritto di rifiutare o accettare parzialmente l’importo della scommessa. La società si riserva, inoltre, il diritto di cancellare una scommessa precedentemente accettata prima dell’inizio dell’evento senza alcuna spiegazione; in questi casi verrà inviata un’email informativa all’indirizzo registrato all'atto della registrazione o tramite messaggio inviato all’interno del conto del Cliente. In caso di irregolarità o decisioni che falsano il regolare svolgimento di un evento ( es: una squadra che decide di giocare con le giovanili in caso di sciopero, protesta, malattia, ecc.), PlanetWin365 si riserva il diritto di dichiarare l’evento nullo anche dopo l’inizio di esso.

Paragrafo 7
Il Cliente è tenuto a verificare la propria scommessa prima di confermarla. Una scommessa è considerata valida solo dopo essere stata confermata dal sistema centrale di accettazione di PlanetWin365 tramite l'assegnazione di un codice identificativo. Tutte le scommesse non confermate prima dell’inizio del primo evento, saranno considerate nulle. La stampa di una scommessa non ancora confermata da PlanetWin365 non sarà considerata come valida ricevuta. Verranno prese in considerazione solo le scommesse registrate nella lista scommesse del conto del Cliente. Reclami relativi a scommesse che non sono state regolarmente registrate sul nostro database non verranno presi in considerazione.

Paragrafo 8
E’ possibile piazzare scommesse singole o multiple. È possibile inoltre combinare incontri relativi a differenti sport, ma non è possibile combinare differenti tipologie di gioco relative allo stesso evento (a meno che non venga specificato il contrario). Nel caso questo avvenga, per un errore umano o del sistema, tutte le scommesse relative all’evento verranno cancellate, e le quote relative verranno sempre e comunque convertite a quota 1.
Bonus di maggiorazione sulle vincite:

Paragrafo 9
PlanetWin365 assegna un bonus speciale sulle scommesse multiple, a partire dal 5 evento inserito nel Coupon, tutte le quote saranno valide ai fini dell'ottenimento del Bonus, per il calcolo della vincita bisognerà quindi moltiplicare la quota complessiva della scommessa per la quota Bonus.

lunedì 22 novembre 2010

10 e lotto estrazioni regolamento

COME SI GIOCA

Il nuovo10eLOTTO è semplice, immediato e ancora più vincente!
Offre tanti modi per giocare e vincere come vuoi tu. Per effettuare una giocata al 10eLOTTO occorre:
1. SCEGLIERE QUANTI E QUALI NUMERI GIOCARE
La nuova schedina 10eLOTTO contiene una sezione “Quanti numeri vuoi giocare?” dove si deve indicare l’intenzione di gioco e quindi quanti numeri si vuole giocare (da un solo numero fino a 10 numeri) scelti fra l’1 e il 90. È possibile indicare un solo valore per ogni giocata.
2. SCEGLIERE LA MODALITA' DI ESTRAZIONE
Si hanno a disposizione tre modalità per confrontare i numeri scelti su 20 numeri vincenti:

• Estrazione ogni 5 minuti – in questo caso si confrontano i numeri giocati con i 20 numeri estratti automaticamente dal sistema nel corso di apposite estrazioni comuni a tutti i giocatori a livello nazionale. E’ possibile ripetere la stessa giocata per più estrazioni consecutive fino ad un massimo di venti. Tali estrazioni sono effettuate ad intervalli di 5 minuti l’una dall’altra, tutti i giorni dalle ore 7.00 fino alle ore 24.00. I numeri vincenti per ogni singola estrazione sono visualizzati presso ogni ricevitoria tramite monitor dedicati. Le estrazioni relative agli ultimi 60 giorni sono, inoltre, disponibili consultando l'archivio online

• Si può aspettare l’Estrazione del Lotto – in questo caso si devono confrontare i propri numeri giocati con i 20 presenti sulle prime due colonne del Notiziario delle Estrazioni. In caso di numeri ripetuti, per raggiungere i 20 numeri vincenti vengono presi in considerazione quelli risultanti dalle altre colonne del Notiziario delle Estrazioni a partire dalla terza colonna, iniziando dalla Ruota di Bari e proseguendo in ordine alfabetico (la Ruota Nazionale è sempre esclusa). E’ possibile ripetere la stessa giocata per più concorsi consecutivi fino ad un massimo di venti.

• Si può tentare la fortuna con l’Estrazione Immediata - in questo caso, invece, si confrontano i numeri giocati con i 20 estratti assegnati dal sistema contestualmente alla giocata e stampati sullo scontrino di gioco.

3. SCEGLIERE L’IMPORTO
Con il nuovo10eLOTTO si può giocare da un minimo di 1€ fino ad un massimo di 10€ per ciascuna modalità d’estrazione. Si possono giocare importi con incrementi di 0,50€ comunicandoli a voce al ricevitore.

QUANTO SI VINCE

I premi sono relativi ad una giocata da 1€ e non sono cumulabili; per ogni giocata si vince il premio massimo conseguito. Per le sole giocate da 10 numeri l’importo massimo è di 5€ in quanto da regolamento l’importo di vincita per scontrino non può superare i 5Mln€.

SCONTRINO

Dopo ogni giocata a 10eLOTTO il ricevitore rilascia uno scontrino diverso a seconda della modalità d'estrazione prescelta.

* Il numero di serie dello scontrino
* Il numero e la data dell'estrazione
* L'orario di riferimento dell'estrazione
* L'importo della giocata
* I numeri giocati (da 1 a 10 scelti fra l'1 e il 90)
* La data e l'ora di effetuazione della giocata
* Il numero che identifica la ricevitoria
* Il numero del terminale dove si è effettuata la giocata
* Il numero progressivo della giocata stessa
* Il codice di controllo dello scontrino

martedì 16 novembre 2010

Mastercard carta prepaid prepagata

MasterCard Worldwide è un'organizzazione di proprietà di oltre 25.000 istituti finanziari che emettono la sua carta.

MasterCard è anche il marchio della società di carte di credito. Fu creata originariamente dalla United California Bank (più tardi First Interstate Bank che si è poi fusa in Wells Fargo Bank), Wells Fargo, Crocker National Bank (fusasi anche lei con Wells Fargo) e Bank of California (fusasi in Union Bank of California) come un competitore della BankAmericard emessa da Bank of America. BankAmericard è ora la carta di credito VISA, emessa da Visa International.

Cos’è una carta prepagata
Una carta prepagata è una carta di pagamento che viene caricata attraverso bonifici o deposito di contante. Pertanto, il limite d’uso della carta viene determinato dalla quantità di denaro contenuto o ricaricato.
È una forma di pagamento facile, più comoda e sicura rispetto ai contanti*.
*La carta smarrita o rubata può essere infatti bloccata, trasferendo il saldo su una carta sostitutiva, secondo i termini & condizioni dello specifico ente emittente.

Cosa fare per ottenere una carta prepagata
Per richiedere una carta prepagata basta presentare un documento che attesti la tua identità e residenza. Chiunque può ottenerla: non sono infatti necessarie verifiche di solvibilità né dovranno essere fornite altre informazioni.

Dove richiedere una carta prepagata
Le carte prepagate MasterCard e Maestro sono disponibili presso i principali istituti finanziari presenti in Italia. In base alla tipologia di carta prepagata il loro acquisto e ricarica può avvenire presso altri distributori, come tabaccherie e punti vendita online.

Il modo più semplice di gestire le spese quotidiane
Le Carte Ricaricabili sono una soluzione facile e veloce per tutti; possono essere utilizzate per effettuare acquisti presso negozi, per ricaricare un cellulare e per inviare denaro all’estero, per tenere da parte una somma di denaro separata dal conto corrente e dalla carta di credito e per gli acquisti su internet.

I vantaggi della carta prepagata classica in sintesi:

* La carta può essere richiesta da chiunque, senza necessità di verifica di solvibilità
* Possibilità di ricaricarla in contanti, con bonifico bancario o da un’altra carta
* Ti aiuta a tenere sotto controllo le spese, senza mai andare in rosso
* Maggiore sicurezza e comodità rispetto a contante o assegni*
* Possibilità di accesso online a saldo, informazioni relative al conto e reportistica movimenti
* Possibilità di essere utilizzate presso milioni esercizi commerciali in tutto il mondo e su internet per acquisti e presso gli sportelli automatici per il prelievo contante


Condizioni e fogli informativi disponibili presso le filiali delle banche che emettono Carta Ricaricabile

La Carta Conto è una carta prepagata che offre delle funzionalità simili ad un conto corrente.

Come una normale carta prepagata, la Carta Conto può essere caricata ed usata per fare acquisti presso esercenti e anche su internet e prelevare contante presso gli sportelli automatici per il prelievo contante.

Rispetto alle normali carte prepagate, la Carta Conto è dotata anche di un codice IBAN che rende possibili alcune delle principali operazioni bancarie. È possibile infatti effettuare e ricevere bonifici, pagare le utenze domestiche, fare ricariche telefoniche e ricevere l’accredito dello stipendio direttamente sulla Carta Conto.

I vantaggi della carta prepagata conto in sintesi:

* La carta può essere richiesta da chiunque, senza necessità di verifica di solvibilità
* La Carta Conto è dotata di un codice IBAN che consente di accreditare lo stipendio, effettuare bonifici, domiciliare le utenze domestiche bancarie
* Possibilità di ricarica in contanti, con bonifico bancario o da un’altra carta
* Ti aiuta a tenere sotto controllo le spese, senza mai andare in rosso
* Maggiore sicurezza e comodità rispetto a contante o assegni*
* Possibilità di accesso online a saldo, informazioni relative al conto e reportistica movimenti
* Possibilità di essere utilizzate presso milioni esercizi commerciali in tutto il mondo e su internet per acquisti e presso gli sportelli automatici per il prelievo contante


Condizioni e fogli informativi disponibili presso le filiali delle banche che emettono Carta Conto

La Carta Gift è un’ottima soluzione per fare un regalo in denaro, in modo più conveniente e sicuro rispetto ai contanti* e utilizzando uno strumento largamente accettato e molto più versatile rispetto ai voucher regalo.

Infatti, mentre un voucher regalo tradizionale è spesso legato ad un particolare punto vendita, una Carta Gift può essere utilizzata ovunque siano accettate le carte MasterCard o Maestro, ossia presso milioni esercizi commerciali in tutto il mondo e su internet.

La maggior parte delle Carte Gift MasterCard o Maestro possono essere utilizzate immediatamente, ma possono essere caricate con denaro soltanto una volta e ad esaurimento della prima e unica ricarica non sono più utilizzabili.

I vantaggi della carta prepagata gift in sintesi:

* Possibilià d’uso immediato delle Carte Prepagate Gift
* Possibilità di caricare con contante o utilizzando una carta di credito MasterCard o Maestro, o attraverso bonifico bancario, la Carta Gift appena acquistata
* Flessibilità: il destinatario della carta può scegliere dove spendere i soldi, anche su internet
* Maggiore sicurezza rispetto ai regali in contanti o ai voucher regalo cartacei*
* Accesso online a saldo, informazioni relative al conto e cronologia movimenti
* Possibilità di utilizzo presso milioni di esercizi commerciali in tutto il mondo


Condizioni e fogli informativi disponibili presso le filiali delle banche che emettono Carta Prepagata Gift

lunedì 15 novembre 2010

Voli Ryanair capodanno 2011

Ryanair è una compagnia aerea irlandese low cost con base a Dublino, la cui più importante base operativa è l'aeroporto di London Stansted. Il gruppo dispone di 44 basi e 1100 rotte low cost in 26 Paesi, che collega con 157 destinazioni. Ryanair gestisce una flotta di 250 Boeing 737-800, un team di oltre 8.000 persone e 73,5 milioni di passeggeri l'anno.

Ryanair è stata la prima compagnia low cost ad essere fondata in Europa, importando nel Vecchio Continente il modello americano del low cost per contrastare il monopolio delle compagnie aeree di linea europee.

La strategia "low cost" di Ryanair si basa su voli assegnati prevalentemente ad aeroporti piccoli, decentrati e disposti ad offrire basse tariffe di atterraggio, sulla riduzione dei servizi aeroportuali e dei servizi a bordo. Si parla a questo proposito di "compagnie no frills" (Ryanair ed easyJet le più famose), ad indicare appunto quelle compagnie aeree che a fronte di una riduzione dei servizi al passeggero applicano ai biglietti prezzi più bassi rispetto a quelli praticati dalle compagnie aeree tradizionali.

In Italia gestisce i collegamenti su 10 basi operative:

* Alghero (Ancona, Barcellona-Girona, Bergamo, Billund, Bratislava, Brema, Brescia, Dublino, Dusseldorf-Weeze, Eindhoven, Francoforte-Hahn, Goteborg, Londra-Stansted, Madrid, Memmingen, Oslo-Torp, Parma, Pisa, Roma-Ciampino, Stoccolma-Skavsta, Treviso, Verona)
* Bari (Alghero, Bergamo, Bologna, Bratislava, Bruxelles-Charleroi, Cagliari, Dusseldorf-Weeze, Francoforte-Hahn, Genova, Karlsruhe-Baden, Londra-Stansted, Madrid, Malta, Parigi-Beauvais, Pisa, Roma-Ciampino, Siviglia, Torino, Trapani, Treviso, Valencia)
* Bergamo (Alghero, Alicante, Amburgo-Lubecca, Barcellona, Barcellona-Girona, Barcellona-Reus, Bari, Berlino, Billund, Bratislava, Brema, Breslavia, Brindisi, Bristol, Brno, Bruxelles-Charleroi, Cagliari, Cracovia, Dublino, Dusseldorf-Weeze, East Midlands, Eindhoven, Faro, Fez, Francoforte-Hahn, Fuerteventura, Glasgow-Prestwick, Goteborg, Granada, Ibiza, Kaunas, Kos, Lamezia Terme, Lerida, Liverpool, Londra-Gatwick, Londra-Stansted, Madrid, Malaga, Marrakesh, Nantes, Oslo-Torp, Palermo, Parigi-Beauvais, Pescara, Porto, Poznan, Riga, Rodi, Roma-Ciampino, Santander, Saragozza, Shannon, Siviglia, Stoccolma-Skavsta, Tallinn, Tampere, Tangeri, Tenerife, Trapani, Valencia, Valladolid, Volos)
* Bologna (Alicante, Barcellona-Girona, Bari, Birmingham, Bordeaux, Bratislava, Breslavia, Brindisi, Bruxelles-Charleroi, Costanza, Cracovia, Dublino, Dusseldorf-Weeze, Edimburgo, Fez, Francoforte-Hahn, Granada, Katowice, Ibiza, Lamezia, Lanzarote, Londra-Gatwick, Londra-Stansted, Madrid, Malaga, Malta, Marrakesh, Oslo-Torp, Palermo, Parigi-Beauvais, Porto, Saragozza, Siviglia, Tenerife, Trapani, Valencia)
* Brindisi (Barcellona-Girona, Bergamo, Billund, Bologna, Bruxelles-Charleroi, Eindhoven, Londra-Stansted, Pisa, Roma-Ciampino, Torino, Treviso)
* Cagliari (Barcellona, Barcellona-Girona, Bari, Bergamo, Brescia, Bristol, Bruxelles, Cuneo, Dusseldorf-Weeze, Francoforte-Hahn, Genova, Karlsruhe-Baden, Madrid, Marsiglia, Parigi-Beauvais, Pescara, Pisa, Roma-Ciampino, Siviglia, Trapani, Treviso, Trieste, Valencia)
* Pescara (Barcellona-Girona, Bergamo, Cagliari, Eindhoven, Francoforte-Hahn, Londra-Stansted, Oslo-Torp)
* Pisa (Alghero, Alicante, Amburgo-Lubecca, Barcellona-Girona, Barcellona-Reus, Bari, Billund, Bournemouth, Bratislava, Brindisi, Bruxelles-Charleroi, Cagliari, Costanza, Cracovia, Dublino, Dusseldorf-Weeze, East Midlands, Edimburgo, Eindhoven, Fez, Francoforte-Hahn, Fuerteventura, Glasgow-Prestwick, Goteborg, Gran Canaria, Ibiza, Lamezia, Leeds, Liverpool, Londra-Stansted, Maastricht, Madrid, Malaga, Malta, Marrakech, Memmingen, Oslo-Torp, Palermo, Parigi-Beauvais, Porto, Rodi, Santander, Siviglia, Stoccolma-Skavsta, Tampere, Tenerife, Trapani, Valencia, Zara)
* Roma Ciampino (Alghero, Barcellona, Barcellona-Girona, Bari, Bergamo, Billund, Bratislava, Breslavia, Brindisi, Bruxelles-Charleroi, Cagliari, Cracovia, Dublino, Dusseldorf-Weeze, East Midlands, Edimburgo, Eindhoven, Fez, Francoforte-Hahn, Glasgow-Prestwick, Goteborg, Karlsruhe-Baden, Ibiza, Liverpool, Londra-Gatwick, Londra-Stansted, Madrid, Marrakech, Marsiglia, Oslo-Rygge, Oslo-Torp, Parigi-Beauvais, Porto, Rodi, Santander, Santiago de Compostela, Saragozza, Siviglia, Stoccolma-Skavsta, Trapani, Valencia, Volos)
* Trapani (Ancona, Barcellona-Girona, Bari, Bergamo, Billund, Bologna, Bratislava, Brema, Bruxelles-Charleroi, Cagliari, Cracovia, Cuneo, Dublino, Dusseldorf-Weeze, Eindhoven, Francoforte-Hahn, Genova, Goteborg, Karlsruhe-Baden, Liverpool, Londra-Luton, Londra-Stansted, Maastricht, Madrid, Malta, Memmingen, Oslo-Torp, Parigi-Beauvais, Parma, Perugia, Pisa, Roma-Ciampino, Stoccolma-Skavsta, Torino, Treviso, Trieste, Valencia, Verona)

e altri 12 aeroporti:
Destinazioni Ryanair

* Ancona (Alghero, Bruxelles-Charleroi, Dusseldorf-Weeze, Londra-Stansted, Madrid, Trapani)
* Cuneo (Cagliari, Londra-Stansted, Trapani)
* Genova (Bari, Cagliari, Londra-Stansted, Trapani)
* Lamezia Terme (Bergamo, Bologna, Dusseldorf-Weeze, Pisa)
* Palermo (Bologna, Bergamo, Marsiglia, Oslo-Rygge, Pisa, Siviglia, Treviso, Verona)
* Parma (Alghero, Londra-Stansted, Trapani)
* Perugia (Barcellona-Girona, Londra-Stansted, Trapani)
* Rimini (Bristol, Francoforte-Hahn, Liverpool, Londra-Stansted)
* Torino (Barcellona-Girona, Bari, Brindisi, Bruxelles-Charleroi, Dublino, Ibiza, Londra-Stansted, Madrid, Trapani)
* Treviso (Alghero, Alicante, Barcellona, Barcellona-Girona, Barcellona-Reus, Bari, Brema, Brindisi, Bristol, Bruxelles-Charleroi, Cagliari, Dublino, Dusseldorf-Weeze, East Midlands, Francoforte-Hahn, Leeds, Liverpool, Londra-Stansted, Malaga, Malta, Marsiglia, Oslo-Rygge, Palermo, Parigi-Beauvais, Siviglia, Stoccolma-Skavsta, Trapani, Valencia)
* Trieste (Birmingham, Bruxelles-Charleroi, Cagliari, Dusseldorf-Weeze, Londra-Stansted, Trapani, Valencia)
* Verona (Alghero, Brindisi, Bruxelles-Charleroi, Londra-Stansted, Madrid, Palermo, Parigi-Beauvais, Trapani)

Cabina di un Boeing 737-800.

La rete delle rotte Ryanair si estende nei seguenti paesi: Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Malta, Marocco, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria.

sabato 13 novembre 2010

Lotto Lottomatica estrazioni quote scommesse

Il Gruppo Lottomatica è il leader nazionale nel settore dei giochi e scommesse sportive in Italia ed è inoltre è uno dei più grandi operatori di lotterie a livello mondiale, è un operatore di lotterie e scommesse con sede a Roma e quotato alla Borsa di Milano, segmento Blue Chip.
Lottomatica Scommesse S.r.l., fondata nel 2007, è una società del Gruppo Lottomatica Giochi e Servizi che gestisce i giochi dei corner sportivi, tramite i punti vendita Better. A partire dal mese di novembre 2007, propone anche un servizio di scommesse sportive, raccolta telefonica e lotterie istantanee su internet.
Lottomatica è concessionario esclusivo dello Stato di giochi e lotterie nazionali: gestisce dal 1993 la principale lotteria del mondo, il “Lotto”, e dal 2004 le Lotterie Istantanee (Gratta e Vinci, eccetera...) e Differite (Lotteria Italia), segnando una crescita costante da diversi anni a questa parte.
Attraverso una rete di collegamento on-line in tempo reale a livello europeo, con circa 150.000 terminali presenti in oltre 80.000 punti vendita, Lottomatica gestisce i seguenti giochi: giochi sportivi (Totocalcio, Totogol e Tris), videolotterie (apparecchi da intrattenimento con vincita in denaro) e scommesse a totalizzatore per le gare di auto, moto e ciclismo, fornendo anche i relativi servizi tecnici.
Quotato dal 2001 al Mercato Telematico Azionario di Borsa Italiana S.p.A., da marzo 2005 il titolo Lottomatica fa parte dell’indice S&P/MIB (oggi FTSE MIB) che accoglie i 40 titoli scelti fra quelli emessi dalle principali società quotate in Italia.
L’efficienza e la sicurezza dei sistemi di trasmissione e la capillarità della rete Lottomatica vengono utilizzate per offrire, oltre ai giochi (i già citati Lotto, Lotterie istantanee e differite, Giochi Sportivi, Videolotterie e altri tipi di nuove scommesse a totalizzatore per gare di auto, moto e ciclismo) servizi di vario tipo.
Lottomatica è anche l'azionista principale del Consorzio Lotterie Nazionali, creato nel marzo 2003 sottoscrivendo con l'Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato (Aams) la convenzione per l'affidamento del servizio di gestione delle lotterie nazionali, differite ed istantanee, su tutto il territorio nazionale. Il consorzio si è costituito in forma giuridica il 10 dicembre 2003.
Il Gruppo Lottomatica mette inoltre a disposizione i propri terminali per servizi commerciali al pubblico, in particolare telefonici (Tim, Vodafone, Wind), di Pagamento per conto di privati (Enel, Telecom) o di Incasso per conto dello Stato.

domenica 17 ottobre 2010

Voli Milano Berlino Swissair

Dal suo hub di Zurigo e dagli aeroporti nazionali di Basilea e Ginevra, Swiss International Air Lines serve 73 destinazioni in 39 paesi del mondo. La flotta SWISS conta 87 aeromobili. La compagnia aerea di bandiera svizzera incarna valori tipicamente svizzeri quali "assistenza personale", "qualità in ogni dettaglio" e "tipica ospitalità svizzera" – chi vola con SWISS, deve sentirsi come a casa propria.

SWISS si impegna costantemente e su più livelli per un uso attento delle risorse e considera parte integrante della sua cultura aziendale l'atteggiamento responsabile nei confronti dell'ambiente. Parte del Gruppo Lufthansa e membro di Star Alliance, SWISS è una compagnia aerea di qualità la cui missione è mettere in collegamento la Svizzera con l'Europa e con il mondo.

Volo SWISS da Milano a Berlino da EUR 148.
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domenica 10 ottobre 2010

Vacanze hotel capodanno Garmisch

Garmisch-Partenkirchen è una località di villeggiatura in Baviera, nella Germania meridionale. È il centro amministrativo del distretto di Garmisch-Partenkirchen, nella regione di Oberbayern ed il distretto è sul confine con l'Austria.
Garmisch e Partenkirchen erano città separate per molti secoli, ed ancora mantengono le identità piuttosto separate.
Garmisch e Partenkirchen rimasero separate finché i loro rispettivi sindaci furono costretti da Adolf Hitler a combinare le due città nel 1935 nell'anticipazione dei giochi Olimpici del 1936. Oggi, la città unita è casualmente (ma erroneamente) chiamata Garmisch,
La città di Garmisch-Partenkirchen - 708 metri di altitudine e 26.500 abitanti - è situata nel sud della Baviera quasi al confine con l'Austria. Nata nel 1935 dall'unione delle due cittadine di Garmisch e Partenkirchen, ha ospitato le Olimpiadi invernali (1936) e i Mondiali di sci alpino (1978 e 2011), diventando così la località sciistica più famosa della Germania e tra le più rinomate d'Europa.
Una visita a questo splendido centro alpino non è esclusiva degli appassionati di sci e della neve: anche in primavera e in estate una visita è azzeccata per l'aria sempre pulita e per il paesaggio, veramente incantevole!
La cittadina, che si distingue da sempre per la sua mondanità, custodisce anche alcuni pregevoli monumenti: la chiesa "vecchia" di St. Martin in stile gotico con antiche vetrate e affreschi raffiguranti la Passione di Cristo (XV secolo), l'omonima chiesa "nuova" edificata tra il 1730 e il 1734 dall'architetto Joseph Schmuzer e, poco fuori dal centro, il santuario di St. Anton in stile barocco (1704-1739).
Da percorrere le principali vie del centro caratterizzate da una ricca serie di case affrescate con temi a carattere religioso e agricolo, ornate di fiori sui balconi (soprattutto gerani): si segnalano in particolare la Hauptstraße, la Bahnhofstraße e la Ludwigstraße.
Voi amate lo sci, snowboard, carving, sci freestyle. Poi, Garmisch-Partenkirchen è il posto giusto per voi, per località invernale top della Germania sportivo ha molto da offrire. Troverete qui le condizioni che rendono il vostro cuore battere più veloce: più di 60 km di piste da sci, la neve perfetta da novembre a maggio, piste ben preparate che vanno da facile a impegnativa, moderni impianti di risalita, dei bellissimi panorami e baite accoglienti. C'è stato un buon motivo per spiegare perché Garmisch-Partenkirchen è stata selezionata come sede per il Campionato del Mondo di sci alpino 2011. Si tratta di un evento importante che siamo tutti in attesa di eccitazione e da cui tutti gli appassionati di sci possono già beneficiare. Non solo sono stati modernizzati gli impianti di risalita, la famosa pista da sci Kandahar è stato ricostruito. Ci sono cinque piste con neve artificiale, in modo che si può praticare lo sci tutta la strada fino a 700m.
Se si preferisce lo snowboard, carving o sci freestyle, si gode la zona classica dello sci. E naturalmente: il comprensorio sciistico del Monte Zugspitze. zona più alta quota di sci della Germania offre 21 km di piste diverse, dal facile al difficile. Siete pronti?
Hai avuto un giorno meraviglioso e goduto della natura, aria fresca ed esercizio fisico. Ora si sta cercando il modo perfetto per concludere la giornata perfetta. Con una birra alla spina, un bicchiere di vino o un cocktail. Da soli, con una persona speciale o con gli amici. In un accogliente pub, un bar, una discoteca o al tavolo da gioco. Benvenuti alla vita notturna di Garmisch-Partenkirchen! Garmisch-Partenkirchen ha molto da offrire durante la notte: Se preferite un accogliente pub, cocktail bar, discoteca o club - non c'è penuria di posti dove andare. E tu sei sicuro di essere un vincitore - con un po 'di fortuna, almeno. Il casinò offre Spielbank grande divertimento con la roulette, blackjack, poker e una varietà di slot machines. Goccia e tentare la fortuna!

domenica 3 ottobre 2010

Agevolazioni fiscali ristrutturazioni edilizie 2010

La finanziaria 2010 proroga di un anno lo sconto Irpef del 36% sulle spese di ristrutturazione edilizia. La proroga fino al 2012 del bonus è estesa in favore di acquirenti ed intestatari di unità abitative facenti parte di fabbricati sui quali le imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare o le cooperative edilizie hanno eseguito interventi di recupero edilizio.
Il beneficio fiscale, prorogato dalla disposizione contenuta nei commi 10 e 11, articolo 2, della legge 191/09, è concesso nel limite di 48mila euro per unità immobiliare. La detrazione Irpef del 36% è subordinata alla condizione che il costo della manodopera sia evidenziato in fattura.
Si rileva che per le spese sostenute nel 2012, le agevolazioni spettano a condizione che i lavori siano eseguiti entro il 31 dicembre 2012 e che l'alienazione e assegnazione dell'immobile avvenga entro il 30 giugno 2013

Da ultimo, l’art. 1, comma 17, lett.a, della legge 24 dicembre 2007 n. 244 (legge Finanziaria 2008) ha prorogato ulteriormente, dal 1° gennaio 2008 al 31 dicembre 2010, la detrazione del 36% per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio residenziale, nel limite massimo di spesa di 48.000 euro per unità immobiliare. Viene altresì prevista, per lo stesso arco temporale, la proroga dell’applicazione dell’IVA agevolata al 10% per gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria sulle abitazioni (art.1, comma 18, della legge 244/2007). Contestualmente, viene reintrodotta la detrazione del 36% per l’acquisto di abitazioni site in fabbricati interamente ristrutturati da imprese di costruzioni, da calcolare sul 25% del prezzo di acquisto, nel limite massimo di 48.000 euro, a condizione che gli interventi siano eseguiti dal 1° gennaio 2008 al 31 dicembre 2010 e che il rogito venga stipulato entro il 30 giugno 2011 (art.1, comma 17, lett.b, della legge 244/2007). Inoltre, anche per il 2008 viene confermato l’obbligo di indicazione in fattura del costo della manodopera, a pena di decadenza dalla detrazione, riconosciuta sia per gli interventi di recupero delle abitazioni che per l’acquisto delle abitazioni ristrutturate (art.1, comma 19, della legge 244/2007). Diversamente, la legge 244/2007 elimina, per le fatture emesse dal 1° gennaio 2008, tale obbligo, previsto sino al 31 dicembre 2007, come condizione per l’applicazione dell’aliquota IVA del 10% sugli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria delle abitazioni.

domenica 26 settembre 2010

Come ottenere un Mutuo

Il mutuo bancario costituisce la principale forma di prestito che le banche concedono nel medio-lungo termine. Le caratteristiche giuridiche e finanziarie rendono il prodotto funzionale all’acquisto di immobili, in particolare della casa di abitazione.

Il mutuo trova la sua veste giuridica in un contratto con il quale la banca (mutuante) consegna all’altra parte (mutuataria) un determinato ammontare di denaro, con l’obbligo di restituire l’ammontare stesso (quota capitale) insieme agli interessi (quota interessi) entro una certa data. La restituzione avviene in modo graduale attraverso pagamenti periodici, e cioè le rate di mutuo, che seguono un piano concordato.
Il mutuo è ipotecario nel caso in cui il rimborso nei confronti della banca è garantito da una ipoteca su di uno specifico bene, in genere l’immobile acquistato.

Per comprendere bene il funzionamento del prodotto e le opportunità offerte dalle diverse tipologie presenti sul mercato e, soprattutto, per valutare in modo appropriato costi e rischi a carico di chi lo richiede, occorre individuare gli elementi principali del mutuo.

Il mutuo è un contratto che produce effetti nel tempo. Il rimborso del capitale e il pagamento degli interessi sono eventi che vanno a completarsi entro una certa data. La scadenza temporale è rimessa alla libera determinazione delle parti e va definita nel contratto. Di solito varia da 5 a 30 anni, anche se oggi il mercato propone, pur se non in modo diffuso, alcuni mutui che arrivano anche a 40 anni.
La scelta della durata rileva in quanto dalla stessa dipende l’importo della rata sia per la quota capitale sia per quella interessi. A parità di importo concesso, durate più brevi determinano rate più elevate, ma minori interessi. Invece, durate più lunghe comportano interessi maggiori, ma consentono di diluire la restituzione del capitale e pertanto le rate peseranno meno sul reddito.

Gli interessi rappresentano il compenso che le banche richiedono a fronte del prestito concesso. Sono determinati sulla base di un tasso percentuale da applicare al capitale erogato in ragione della durata del mutuo. Il tasso di interesse deve essere previsto espressamente nel contratto.
Il tasso è determinato con riferimento a parametri riscontrabili sui mercati monetari e finanziari, a cui la banca aggiunge una maggiorazione (spread). L’entità di tale maggiorazione, che rappresenta la differenza tra il parametro di riferimento e il tasso effettivamente applicato, cresce in relazione alla durata del contratto.
Il tasso può essere fisso ovvero variabile. Di solito, il parametro di riferimento per il primo è l’EURIRS (euro Interest Rate Swap), per il secondo l’EURIBOR (euro Interbank Offered Rate).
Il tasso di interesse è detto fisso in quanto, una volta concordato, rimane uguale per tutta la durata del contratto. Il tasso variabile, invece, segue l’andamento del parametro finanziario di riferimento; ciò significa che la misura degli interessi da calcolare sul capitale da rimborsare potrà modificarsi, in rialzo ovvero in ribasso, fino alla scadenza del mutuo, con impatti sull’importo della rata da pagare.
A parità di durata, in genere, i tassi fissi sono più elevati di quelli variabili, ma consentono di conoscere con certezza l’ammontare del debito complessivo e delle rate periodiche.

La rata è la somma che il mutuatario, cioè colui che ha ricevuto il mutuo, versa periodicamente per la restituzione del prestito. È composta di una quota capitale, a titolo di restituzione del prestito, e di una quota interessi, in ragione dell’applicazione del tasso. Il rimborso avviene secondo cadenze temporali determinate dalle parti, che possono assumere frequenza mensile, trimestrale, semestrale, annuale.
L’importo della rata dipende dall’importo preso a prestito, dalla durata del contratto e dal tasso di interesse applicato. A parità di tasso e di importo, la rata diminuirà in ragione di una durata del contratto più prolungata.
Il pagamento della rata rappresenta un evento importante nell’andamento dei rapporti tra banca e mutuatario. Ritardi nel rispetto delle scadenze possono comportare l’applicazione di ulteriori oneri (interessi di mora) e, nei casi più gravi, la risoluzione del contratto da parte della banca accompagnata dalla richiesta di immediata restituzione del capitale residuo.

Il rimborso dell’importo erogato si sviluppa nel tempo secondo un piano, detto ammortamento, che esplicita in modo dettagliato importi da versare e tempi da rispettare nel pagamento delle rate, lungo tutta la durata del contratto.
La tipologia più frequente di ammortamento è quello alla francese, ove le rate, pur rimanendo fisse, prevedono una componente decrescente per gli interessi e crescente per il capitale man mano che ci si avvicina alla scadenza del mutuo. Ciò significa che all’inizio dell’operazione la rata è composta in larga parte da interessi, i quali possono assumere peso preponderante in caso di mutuo a lunga scadenza. In tale ultimo caso, infatti, il capitale da rimborsare viene diviso per un maggior numero di rimborsi periodici.
Esistono forme alternative di ammortamento che accrescono la flessibilità del prodotto rispetto alle scelte del mutuatario. Ai piani a rate crescenti (che aumentano col passare del tempo), si sono aggiunti quelli a rimborso libero (le rate sono composte da interessi e il capitale verrà rimborsato per importi non predeterminati a certe scadenze) e, infine, quelli a durata variabile (le rate rimangono costanti ma la durata del piano può ridursi ovvero allungarsi a seconda dell’andamento del tasso variabile).
Se si prevedono incrementi del reddito in prospettiva, il piano a rate crescenti può rappresentare un’opportunità. Se si preferisce il tasso variabile ma si vuole mantenere fissa la rata, l’ammortamento a durata variabile costituisce un’alternativa da esaminare.
Sulla pianificazione dei rimborsi incide anche la possibilità per il mutuatario di estinguere anticipatamente il capitale, in misura totale ovvero parziale. Il ricorso a tale opzione consente di ridurre gli oneri del mutuo nella sua componente interessi. I reali benefici tuttavia dipendono dal tipo di ammortamento prescelto e dal momento in cui si intende ricorrere a tale opzione.

Con i recenti provvedimenti legislativi (Decreto “Bersani” n. 7/2007, convertito nella legge n. 40/2007), il rimborso anticipato è stato reso più agevole con l’eliminazione per il futuro delle penali applicate dalle banche; per i mutui stipulati antecedentemente all’entrata in vigore del Decreto (2 febbraio 2007), è invece prevista la riduzione di quelle già fissate.

L’ipoteca è una forma di garanzia che ha ad oggetto beni immobili, come la casa di abitazione. La costituzione dell’ipoteca, che richiede l’intervento di un notaio, conferisce alla banca il diritto di agire sul bene dato in garanzia in caso di mancato rimborso da parte del mutuatario. L’ipoteca non incide sul godimento del bene da parte di chi lo ha acquistato tramite il mutuo, ma rappresenta un vincolo nel caso si decida successivamente di venderlo.

Gli interessi non costituiscono l’unica voce di costo che il richiedente deve fronteggiare per la concessione del mutuo. Le banche sono solite applicare ulteriori spese, il cui importo può anche essere significativo. Le spese più frequenti riguardano l’istruttoria della pratica, la perizia sull’immobile che si acquista, l’incasso delle singole rate come anche i premi per l’assicurazione obbligatoria a copertura di danni sull’immobile derivanti dal verificarsi di eventi disastrosi (ad esempio: incendio).
L’insieme di queste spese incidono sul costo complessivo del finanziamento, la cui valutazione non va trascurata soprattutto nella fase di scelta tra i diversi prodotti offerti. A fini sia informativi che comparativi, le banche devono rendere noto un indicatore che esprime in modo riassuntivo l’onerosità complessiva del mutuo, l’Indicatore Sintetico di Costo (ISC), assimilabile al TAEG previsto per i finanziamenti nella forma del credito al consumo. La misura dell’ISC – proprio perché incorpora anche altri oneri accessori - è di solito superiore a quella del tasso di interesse.
In caso di acquisto della casa, la pianificazione delle spese deve tener conto anche di quelle attinenti al notaio, alle imposte ed, eventualmente, delle commissioni da versare all’agenzia immobiliare.

domenica 19 settembre 2010

Corsi di lingue Spagnolo

Perchè imparare lo spagnolo?

Ad oggi, lo spagnolo compete con l'inglese come lingua prescelta nelle Americhe con 250 milioni di madrelingua spagnola nei Caraibi, nell'America Centrale, nel Sud America e nell'America del Nord. Entro vent'anni, un abitante su sei negli Stati Uniti sarà ispanico. In passato, imparare lo spagnolo era un modo per aprirsi nuove porte, ma presto diventerà una necessità.

Sempre più aziende oggi giorno valutano che gli impiegati abbiano una buona conosenza dello spagnolo, una lingua che dà accesso a uno dei mercati più in crescita nel mondo
Se stai pensando ad una vacanza, a lavorare o a studiare in un Paese dove si parla lo spagnolo, è necessario avere la giusta padronanza della lingua per poter comunicare completamente e abilmente.
Potrebbe essere la chiave del tuo successo nel mondo del lavoro; potresti lavorare per una compagnia spagnola o latino americana nel tuo Paese, allora parlare lo spagnolo signifcherebbe un valore aggiunto per la tua azienda.
Puoi comunicare con oltre 500 milioni di persone nel mondo! Pensa quante opportunità di lavoro avrai! E se vuoi fare un’escursione in Spagna o in America Latina, sapere un po’ di spagnolo ti può agevolare notevolemente.

Si stima che il numero totale delle persone di lingua spagnola è compresa tra 470 e 500 milioni, che la rende la terza lingua più parlata in base al numero totale dei parlanti (dopo il cinese, e inglese). Lo spagnolo è la seconda lingua più parlata in termini di persone madrelingua. Le statistiche di utilizzo di Internet per il 2007 mostrano lo spagnolo come terza lingua più comunemente usata su Internet, dopo l'inglese e il cinese.
In Europa, lo spagnolo è la lingua ufficiale della Spagna, paese da cui prende il nome e da cui ha origine. E' ampiamente parlato a Gibilterra, anche se l'inglese è la lingua ufficiale. È la lingua più parlata in Andorra, anche se il catalano è la lingua ufficiale.
Lo spagnolo è parlato in 20 diversi paesi in tutto il mondo. E 'anche parlato da piccole comunità in altri paesi europei, come il Regno Unito, Francia e Germania. Lo spagnolo è una lingua ufficiale dell'Unione europea. In Svizzera, lo spagnolo è la lingua madre del 1,7% della popolazione, che rappresenta la più grande minoranza dopo le 4 lingue ufficiali del paese.
Lo spagnolo è chiamato castellano (castigliano), così come español (spagnolo), cioè la lingua della regione Castiglia, in contrasto con altre tre lingue parlate in Spagna come il galiziano (proto-portoghese), il basco e il catalano. La Costituzione spagnola del 1978 utilizza il termine castellano per definire la lingua ufficiale di tutto lo Stato spagnolo, al contrario di las demás lenguas españolas (lett. il resto della lingua spagnola). L'articolo III è modificato come segue: El Castellano es la lengua española Oficial del Estado. (...) Las demás lenguas Españolas Séran oficiales también en las Comunidades respectivas autónomas ... Il castigliano è la lingua ufficiale dello Stato. (...) Il resto delle lingue spagnole saranno altresì ufficiali nelle rispettive comunità autonome ... Tuttavia, per alcuni in altre regioni linguistiche, questo termine è considerato umiliante per le loro, o alienante, e quindi utilizzano esclusivamente il termine español. La Real Academia Española utilizza il termine español (piuttosto che 'castellano') nelle sue pubblicazioni, a causa del fatto che 'il termine deriva dalla parola espaignol Provenzal, che a sua volta deriva dalla parola latina medievale Hispaniolus, che significa' da - - o relativi a - Hispania''. Il Diccionario de Panhispánico Dudas (una guida linguistica pubblicata dalla Reale Accademia di Spagna) afferma che, sebbene la Real Academia Española preferisce usare il termine español nelle sue pubblicazioni in riferimento alla lingua spagnola, i due termini (Español e castellano) sono considerati come sinonimi e ugualmente validi.
Attualmente, il none castellano, che fa diretto riferimento al contesto socio-politico nel quale è stata introdotta nelle Americhe, è preferito soprattutto nelle regioni spagnole in cui si parlano altre lingue (Catalogna, Paesi Baschi, Comunità Valenciana, Isole Baleari e la Galizia), nonché come in Argentina, Bolivia, Colombia, Cile, Paraguay, Perù, Uruguay e Venezuela, invece di español, che è più comunemente usato per indicare il linguaggio nel suo complesso nel resto dell'America Latina e Spagna. C'è un certo grado di polemica in alcune regioni della Spagna che ruotano attorno all'utilizzo dei termini español castellano o quando si fa riferimento alla lingua spagnola. Infatti le origini del linguaggio Castellano non è avvenuto nella 'Castiglia', ma in 'Cantabria', e si è diffuso, durante la 'Reconquista', come il Gallego-portoghese, Astur, Astur-Leones, Aragones e catalano).
In America la maggior parte degli spagnoli sono in America Latina, di tutti i paesi con una maggioranza di lingua spagnola, solo la Spagna e la Guinea equatoriale sono al di fuori delle Americhe. Il Messico ha il numero maggiore di abitanti di lingua spagnola di qualsiasi paese. A livello nazionale, lo spagnolo è la lingua ufficiale-de facto o de jure, di Argentina, Bolivia (co-ufficiale con quechua e aymara), Cile, Colombia, Costa Rica, Cuba, Repubblica Dominicana, Ecuador, El Salvador, Guatemala, Honduras, Messico, Nicaragua, Panama, Paraguay (co-ufficiali con Guaraní), Perù (co-ufficiale con quechua e, in alcune regioni, aymara), Uruguay e Venezuela. Lo spagnolo è anche la lingua ufficiale (co-ufficiali con l'inglese) a Puerto Rico. Lo spagnolo non ha alcun riconoscimento ufficiale nella ex colonia britannica di Belize, tuttavia, per il censimento del 2000, si parla del 43% della popolazione. Soprattutto, si è parlato dai discendenti degli ispanici che sono arrivati nella regione fin dal 17 ° secolo, ma l'inglese è la lingua ufficiale. La Spagna ha colonizzato Trinidad e Tobago prima nel 1498, introducendo la lingua spagnola presso la gente Carib. Anche il Panyols cacao, gli operai del Venezuela, hanno preso la loro cultura e la lingua da loro, sono accreditati con la musica di 'Parang' ('Parranda') sull'isola. A causa della posizione Trinidad sulla costa del Sud America, il paese è fortemente influenzato dai suoi vicini di lingua spagnola. Un recente censimento risulta che più di 1500 abitanti parlano spagnolo. Nel 2004, il governo ha lanciato l'spagnolo come prima lingua straniera (SAFFL) l’Iniziativa del marzo 2005. Il governo ha deciso d’insegnare lo spagnolo, a partire dal scuola elementare, mentre il trenta per cento dei dipendenti pubblici devono essere linguisticamente competenti entro cinque anni. Lo spagnolo è importante in Brasile a causa della sua vicinanza e l'incremento degli scambi con i paesi vicini di lingua spagnola, e la causa della sua appartenenza al mercato di scambio Mercosur e l'Unione delle Nazioni Sudamericane. Nel 2005, il Congresso Nazionale del Brasile, ha approvato un disegno di legge, firmato in legge dal presidente, che rende l'insegnamento della lingua spagnola nelle scuole sia pubbliche che private obbligatorio.
Secondo i dati del censimento 2006, 44,3 milioni di persone della popolazione degli Stati Uniti sono di origine Ispanica; 34 milioni di persone, 12.2 per cento, della popolazione con più di cinque anni parlano spagnolo a casa. Lo spagnolo ha una lunga storia negli Stati Uniti in quanto molti Stati del sud-ovest facevano parte del Messico e la Florida è stata anche parte della Spagna. Lo spagnolo è la lingua più insegnata nel paese dopo l'inglese. Anche se gli Stati Uniti non hanno formalmente riconosciuto lo spagnolo come lingua ufficiale, lo stesso è formalmente riconosciuto a livello statale in vari stati oltre all'inglese, nello stato americano del New Mexico, per esempio, il 40% della popolazione parla la lingua. Essa ha inoltre una forte influenza nelle aree metropolitane come Los Angeles, Miami, San Antonio, New York e Chicago e nel corso dell'ultimo decennio, il linguaggio si è rapidamente estesa ad Atlanta, Baltimora, Boston, Charlotte, Cleveland, Dallas, Detroit, Houston, Phoenix, Richmond, Washington, DC, e Missouri. Lo spagnolo è la lingua dominante, parlata in Puerto Rico, un territorio degli Stati Uniti. Con un totale di 33.701.181 di popolazione, ai sensi del US Census Bureau, gli Stati Uniti hanno la seconda popolazione più grande di lingua spagnola del mondo.

sabato 18 settembre 2010

Mercato del lavoro piano triennale

La ripresa della economia e del commercio globale si presenta con caratteri di discontinuità, selettività e incerta produzione di nuovi posti di lavoro. In Italia – e nel Mezzogiorno in particolare – essa sollecita processi di aggiustamento competitivo delle attività produttive di beni e di servizi. Le attività manifatturiere sono impegnate in processi di riorganizzazione, specializzazione, innovazione e internazionalizzazione, allo scopo di soddisfare i cambiamenti nei consumi interni e di raggiungere i nuovi consumatori dei Paesi emergenti. L’agricoltura deve superare la frammentazione delle unità fondiarie e integrarsi con le attività di prima trasformazione e con la distribuzione. La logistica può crescere con gli investimenti nelle infrastrutture tecnologiche e il potenziamento delle reti tradizionali. I servizi di cura, al pari di quelli sanitari ed educativi, si sviluppano ove la regolazione pubblica riconosce i criteri di sussidiarietà, differenziazione e concorrenza. Il turismo esprime le sue straordinarie potenzialità occupazionali – per giovani, donne e Mezzogiorno – solo in un contesto regolato che espelle le attività marginali e incoraggia la crescita organizzativa in termini qualitativi così come quantitativi. L’impiego delle tecnologie potrà creare nuove e più qualificate opportunità di lavoro ma anche pericoli di minore occupazione in particolare per la componente femminile. Le piccole imprese, la cooperazione, il mondo delle professioni e il lavoro autonomo sono soggetti – non da oggi – a profonde trasformazioni che richiedono una regolazione semplificata e adattabile, coerente con le esigenze di riqualificazione. I mutamenti nei processi produttivi e negli ambienti di lavoro contribuiscono alla nascita di nuovi lavori e di nuove professioni. Evidente è il disallineamento attuale e ancor più prospettico tra la domanda e l’offerta di lavoro in assenza di azioni volte ad avvicinare le competenze richieste a quelle offerte. Determinante è, ovunque, la disponibilità di professionalità corrispondenti ai nuovi processi produttivi, così come un moderno sistema di relazioni di lavoro in grado di guidare le sempre più frequenti transizioni occupazionali e professionali e sostenere i necessari cambiamenti. Condizionanti per la crescita sono il declino demografico, i mutamenti dei flussi migratori, la contrazione riflessiva e la nuova composizione dei consumi interni, l’espansione del terziario e il vincolo di finanza pubblica imposto dalla diffidenza dei mercati finanziari per il debito sovrano quando non accompagnato da una rigorosa disciplina di bilancio. In questo difficile contesto, il presente piano triennale – in coerenza con i valori e la visione del Libro Bianco sul futuro del modello sociale – vuole concorrere a promuovere crescita economica con occupazione aggiuntiva e di qualità attraverso:
a) l’emersione della economia informale e una efficace azione di contrasto dei lavori totalmente irregolari;
b) la maggiore produttività del lavoro attraverso l’adattamento reciproco delle esigenze di lavoratori e imprese nella contrattazione di prossimità, le forme bilaterali di indirizzo e gestione dei servizi al lavoro, l’incremento delle retribuzioni collegato a risultati e utili della impresa;
c) la occupabilità delle persone attraverso lo sviluppo delle competenze richieste dal mercato del lavoro, con particolare attenzione ai giovani e alle donne.
Gli obiettivi di una società attiva e di una economia maggiormente competitiva convergono nell’innalzamento del patrimonio di professionalità e competenze. Nella possibilità per ciascuna persona, per tutte le persone, di accedere a un lavoro dignitoso e di mantenerlo o, auspicabilmente, migliorarlo attraverso percorsi di formazione e di riqualificazione professionale. L’inclusione nel mercato del lavoro costituisce carattere fondamentale di quella economia sociale di mercato che il Governo si è impegnato a promuovere.
In Italia si è registrata per decenni una cronica bassa occupazione in proporzione alla crescita economica che è stata testimoniata soprattutto dalla abnorme dimensione – nel confronto con i Paesi competitori – del lavoro sommerso e degli investimenti in tecnologia dei processi produttivi finalizzati a contenere il bisogno di persone al lavoro. Donne e giovani sono risultati i più penalizzati da questa situazione come indicano i confronti internazionali sui tassi di partecipazione e occupazione.
La legge Treu e la riforma Biagi, con l’ulteriore evoluzione legislativa e contrattuale nel trascorso biennio, hanno prodotto una prima, significativa, liberazione del lavoro dai fattori che ne hanno lungamente inibito lo sviluppo quantitativo e qualitativo. Lo indicano, prima della crisi, il costante incremento dei tassi di occupazione (oltre tre milioni e mezzo di posti di lavoro aggiuntivi in meno di un decennio) e la drastica riduzione di un tasso di disoccupazione fino ad allora sistematicamente in doppia cifra.
Le nuove sfide competitive e la strategia di uscita dalla crisi internazionale sollecitano ora il definitivo completamento di questo percorso. Liberare il lavoro significa liberare i lavori. Incoraggiare nelle imprese l’attitudine ad assumere e a produrre lavori di qualità. A cogliere ogni opportunità di crescita, ancorché incerta. A realizzare, attraverso il metodo della sussidiarietà orizzontale e verticale – e quindi il flessibile incontro tra le parti sociali nei luoghi più prossimi ai rapporti di lavoro – le condizioni per more jobs, better jobs. Il piano per il lavoro è definito in continuità con le azioni intraprese nel biennio trascorso e in coerenza con il primario obiettivo della stabilità di finanza pubblica. Questo impedisce incrementi strutturali e imponderabili della spesa corrente che ipotecherebbero un futuro oggettivamente incerto. Per altro verso esso assume la regola di Marco Biagi secondo la quale non esiste alcun “incentivo finanziario utile a compensare un disincentivo normativo” di legge o di contratto.
Cosa abbiamo fatto, cosa faremo: le azioni nella crisi Nel primo biennio di attività – nel contesto della grande crisi globale – il Governo ha salvaguardato la base occupazionale e la coesione sociale avvalendosi del dialogo sociale e istituzionale, che ha visto convergere su importanti e tempestive decisioni Governo, Regioni e parti sociali. Le numerose iniziative assunte sono in prevalenza riconducibili a tre linee di azione. 1. Liberare il lavoro dalla oppressione fiscale, burocratica e formalistica La semplificazione e la certezza del quadro regolatorio incentivano le assunzioni e aiutano a contrastare fenomeni diffusi di irregolarità. Vi concorre l’istituto dell’interpello introdotto dalla legge Biagi che, nel biennio trascorso, ha dato luogo a numerosi chiarimenti del Ministero del lavoro uniformando i comportamenti ispettivi e orientando le attività delle imprese e dei loro consulenti. Con una direttiva ai servizi ispettivi del settembre 2008 è stata reindirizzata e riqualificata l’attività di vigilanza verso la prioritaria repressione del lavoro sommerso e la contestazione di violazioni sostanziali rispetto a quelle puramente formali. Sono stati rimossi i vincoli introdotti nella precedente legislatura ripristinando la legge Biagi, ovvero reintroducendo e ampliando la regolazione di tipologie contrattuali che possono facilitare l’accesso al lavoro, l’emersione di spezzoni lavorativi, l’occupabilità dei giovani (contratto a termine, somministrazione di lavoro, lavoro intermittente, buoni lavoro o voucher, apprendistato con formazione aziendale, ammissibilità del cumulo tra lavoro e pensioni). Sono state semplificate la trasmissione periodica dei dati retributivi e contributivi (uniemens) e la gestione documentale dei rapporti di lavoro (introduzione del libro unico del lavoro, abrogazione della procedura formalistica sulle dimissioni), agevolando una gestione del personale e dei tempi di lavoro maggiormente coerente con una economia terziaria e sempre meno fordista (esternalizzazioni, appalti, lavoro a tempo parziale, disciplina flessibile dell’orario di lavoro in coerenza con la normativa europea). Sono stati introdotti correttivi al Testo Unico di sicurezza e tutela della salute nei luoghi di lavoro. Fatta salva la garanzia dei livelli di tutela esistenti, si sono poste le condizioni per superare una visione formalistica e burocratica della sicurezza a favore di una cultura promozionale e per obiettivi tale da incidere in modo concreto sui contesti organizzativi d’impresa. La necessaria riduzione della pressione fiscale sul reddito da lavoro è stata avviata emblematicamente già nel primo Consiglio dei Ministri della Legislatura con il provvedimento che ha sottratto alla tagliola della progressività, attraverso una tassazione agevolata e definitiva, la componente del salario espressione di una maggiore produttività del lavoro (straordinario e premi aziendali). Nel secondo anno la tassazione agevolata si è concentrata, nel contesto della crisi, sul reddito variabilmente connesso agli indicatori positivi della impresa.
L’onere relativo alle misure di tassazione agevolata è stato di circa 500 milioni su base annua interessando oltre un milione di lavoratori con i trattamenti retributivi più bassi. La stessa “spesa fiscale”, spalmata su tutti i redditi di lavoro, avrebbe dato luogo a benefici impercettibili, non avrebbe tutelato i lavoratori con i salari più bassi e non avrebbe stimolato la maggiore produttività del lavoro e la riforma della contrattazione collettiva. Si apre ora il “cantiere” per una riforma generale del sistema fiscale correlata al completamento del federalismo istituzionale e ai grandi cambiamenti intervenuti nella produzione e composizione della ricchezza. L’obiettivo è uno spostamento del prelievo dalle persone che lavorano e producono alle cose e ai consumi, i cui tempi e modi saranno necessariamente influenzati dagli andamenti dei mercati finanziari e dalle condizioni di finanza pubblica. In considerazione della sperimentazione effettuata, e degli obiettivi inerenti la giusta remunerazione del lavoro e l’incremento della sua produttività, sarà gradualmente ampliata la platea dei lavoratori beneficiari di una riduzione contributiva e di una tassazione agevolata dei redditi correlati a criteri di maggiore competitività delle imprese, inclusi gli utili di bilancio, sulla base della contrattazione aziendale o territoriale. 2. Liberare il lavoro dal conflitto collettivo e individuale La riforma degli assetti contrattuali, incoraggiata dalla tassazione agevolata del salario variabile, è finalmente intervenuta con l’accordo del 22 gennaio 2009, dopo oltre un decennio di tentativi. Essa si è caratterizzata per una significativa devoluzione di importanti contenuti ai livelli più vicini al concreto svolgersi del rapporto di lavoro. Ne è già derivato un significativo cambiamento nelle relazioni industriali. I contratti collettivi nazionali sono stati rinnovati con maggiore semplicità e tempestività. Hanno trovato nuovo impulso le esperienze bilaterali con le quali le parti organizzano, in sussidiarietà, servizi e apprestano moderne tutele volte a dare qualità al lavoro e nuove sicurezze ai lavoratori. Dalla previdenza alla sanità complementare, dalla salute e sicurezza alla formazione, dal collocamento alla stessa integrazione del reddito in caso di inattività, le organizzazioni dei lavoratori e dei datori di lavoro hanno sviluppato uno spirito cooperativo e una attitudine a presidiare i settori produttivi e i mercati locali del lavoro che potranno dare frutti crescenti per le persone e per le imprese. È in questo contesto che si è avviato il tavolo di dialogo tra Governo e parti sociali sulla partecipazione dei lavoratori ai risultati e agli utili aziendali. L’avviso comune del 9 dicembre 2009 riconosce come l’economia della partecipazione sia la soluzione che meglio concilia la solidarietà tipica del modello sociale europeo con l’efficienza richiesta dal mercato globale. Il “Codice della partecipazione”, redatto dal Governo per agevolare l’attività del “tavolo”, orienterà ora il libero confronto tra le parti sociali per ulteriori sperimentazioni e per la verifica di eventuali novazioni legislative.
Il disegno di legge sulla regolazione dello sciopero nei trasporti si propone di liberare non solo gli utenti dalle limitazioni alla loro mobilità determinate dal solo “effetto annuncio” di gruppi minoritari, ma anche le organizzazioni più rappresentative dalla concorrenza sleale di questi ultimi. A una “Commissione per le relazioni di lavoro”, che prenderà il posto della attuale Commissione di garanzia, verrà affidato il compito di certificare la rappresentatività delle organizzazioni sindacali affinché le relazioni industriali si svolgano secondo modalità libere, informate e responsabili, prevenendo e isolando gli accordi prodotti solo da organizzazioni manifestamente minoritarie. La disciplina in materia di strumenti di risoluzione stragiudiziale delle controversie di lavoro – sostenuta dall’avviso comune del 9 marzo 2010 – ha infine lo scopo di deflazionare l’abnorme contenzioso (circa 1,2 milioni di cause pendenti e un flusso annuo di 400 mila cause la cui durata oscilla tra 5 e 7 anni) attraverso una libera possibilità in più per lavoratori e imprese. La tempestività della risoluzione della controversia conviene a tutti, ai lavoratori in primo luogo. Sono in ogni caso le parti sociali a dover regolare i modi con cui utilizzare i nuovi istituti adattandoli ai diversi contesti e al mutare nel tempo dei rapporti di lavoro. Un clima maggiormente cooperativo non può che aumentare la propensione ad assumere, la produttività del lavoro, la qualità della vita nel lavoro.
3. Liberare il lavoro dalla insicurezza La caduta della domanda globale di beni come di servizi ha colpito, in modo particolare, le economie esportatrici come quella italiana. È stata una crisi della domanda non della offerta. L’accordo con le Regioni sugli ammortizzatori sociali del 12 febbraio 2009 e i ricorrenti accordi con le parti sociali hanno consentito di non disperdere il capitale umano delle imprese e sostenere il reddito delle famiglie e di tutte le categorie di lavoratori compresi quelli atipici e temporanei. La tenuta occupazionale è stata decisamente migliore rispetto alla media degli altri Paesi. Lo hanno riconosciuto anche le istituzioni internazionali e il G20 di Washington. È stata pertanto giusta la risposta in termini di protezione del reddito collegata alla continuità del rapporto di lavoro attraverso l’estensione straordinaria della cassa integrazione e l’incentivazione dei contratti di solidarietà. Si è garantita la sopravvivenza della base produttiva e occupazionale in modo da conservarle pronte ad agganciare la ripresa. La scelta opposta, da alcuni suggerita, di un rafforzamento della indennità di disoccupazione e di una abolizione della cassa integrazione, avrebbe al contrario incoraggiato la risoluzione di molti rapporti di lavoro e il rattrappimento della base produttiva. L’intervento di manutenzione del quadro legale non è stato marginale. Il sistema degli ammortizzatori è stato esteso a tutti i settori produttivi e a tutte le tipologie di lavoro dipendente compresi gli apprendisti e gli interinali. Una tutela una tantum è in corso di sperimentazione per i collaboratori a progetto in regime di monocommittenza in caso di fine lavoro.
Il ricorso a strumenti straordinari di protezione del reddito è necessariamente destinato a protrarsi nel prossimo periodo in attesa del ripristino – previsto nel “collegato lavoro” – della delega al riordino degli ammortizzatori sociali predisposta dal precedente Governo e della approvazione del disegno di legge delega relativo allo “Statuto dei lavori”. La recente crisi ha confermato l’importanza di poter disporre di un assetto adattabile, flessibile e responsabile degli ammortizzatori, capace di rispondere ai repentini cambiamenti del mercato del lavoro e coerente con i vincoli di finanza pubblica. Nel progetto di riforma derivante dalla combinazione delle deleghe dello “Statuto dei lavori” e del “collegato lavoro” restano fermi i due criteri che hanno positivamente contraddistinto il nostro attuale sistema. Quello di una necessaria base assicurativa – obbligatoria o volontaria – per il finanziamento delle erogazioni. E, come conseguenza di questa natura assicurativa, quello di un congruo periodo di lavoro e di versamenti per potervi accedere. Rimane altresì ferma l’articolazione del sistema su più “pilastri”. Da una unica indennità nel caso di interruzione del rapporto di lavoro a forme di sostegno del reddito in costanza di rapporto che possono essere modulate nei diversi settori o nelle diverse dimensioni d’impresa sulla base di contribuzioni obbligatorie e/o volontarie delle imprese e dei lavoratori. Una forma di contribuzione obbligatoria potrà sostenere anche una indennità di “reinserimento” per i collaboratori in regime di mono-committenza, che dovrà essere tarata sulla base della sperimentazione in corso. Al potenziamento e alla estensione degli ammortizzatori sociali si è accompagnata una sostanziale revisione delle logiche di funzionamento del sistema. Incentivando, per un verso, il concorso di risorse private messe a disposizione dalla bilateralità e dai fondi interprofessionali. Condizionando, per l’altro verso, l’erogazione del trattamento di sostegno al reddito alla preventiva dichiarazione di immediata disponibilità a un lavoro congruo o a un percorso di formazione. È prossimo l’avvio di un nuovo sistema istituzionale rivolto a facilitare la ricerca di lavoratori e di opportunità di lavoro sulla base della evoluzione tecnologica intervenuta e della pluralità di luoghi di incontro nella rete debitamente autorizzati. In particolare sarà agevolato l’accesso dei datori di lavoro, per il tramite dei servizi competenti, alla banca dati dei lavoratori beneficiari di sussidi e come tali portatori di una “dote” finanziaria nel caso di assunzione. È questa anche la condizione per rendere effettiva la sanzione della perdita del sussidio per coloro che rifiutino una offerta di lavoro “congrua” o una opportunità di riqualificazione professionale. In vista di una ripresa selettiva sono stati previsti sostegni per gli intermediari che agevolino l’assunzione di lavoratori svantaggiati e sono stati potenziati gli incentivi economici per l’assunzione di lavoratori che percepiscono sussidi pubblici. È stato altresì previsto un bonus per il rientro in azienda di lavoratori sospesi al fine di svolgere attività formativa in assetto produttivo.
Con l’accordo tra Governo, Regioni e parti sociali del 17 febbraio 2010 sono state adottate innovative linee guida per riorientare le ingenti risorse per la formazione (pari a circa 2,5 miliardi di euro) quale principale leva per l’adattabilità e la occupabilità delle persone. Per affrontare le maggiori criticità del mercato del lavoro italiano – e cioè i bassi tassi occupazionali di giovani e donne – il Governo ha infine avviato due piani di azione denominati “Italia 2020” che costituiscono parte integrante del presente Piano. Il cuore delle azioni in favore della occupazione femminile è la politica di conciliazione che si realizza attraverso la rimodulazione dell’orario di lavoro – per la quale è stato richiesto un avviso comune alle parti sociali – e la promozione dei servizi di cura alla infanzia con particolare riguardo ai nidi familiari. Per quanto riguarda i giovani, il piano di azione promuove soprattutto la loro occupabilità attraverso l’integrazione tra apprendimento e lavoro, in quanto la loro esclusione dal mercato del lavoro appare connessa al disallineamento tra le competenze richieste dal sistema produttivo e le deboli capacità acquisite in percorsi educativi troppo lunghi o troppo brevi e in ogni caso rigidamente separati dalla esperienza lavorativa. L’immigrazione infine, più esposta al rischio del lavoro irregolare e della disoccupazione di lungo periodo, merita una specifica attenzione nelle politiche attive per l’emersione e l’occupabilità secondo le linee del Piano nazionale per l’integrazione che costituiscono, come i piani sopra citati, parte integrante di questo documento. Cosa abbiamo fatto, cosa faremo: le priorità nella ripresa Il percorso sin qui intrapreso sarà completato nel prossimo triennio nei termini già esposti e secondo tre ulteriori linee di azione. 1. Liberare il lavoro dalla illegalità e dal pericolo Liberare il lavoro dalla illegalità e dal pericolo significa potenziare in termini qualitativi le attività di vigilanza orientandole alla repressione delle violazioni sostanziali più gravi. A partire da quelle che costituiscono, specialmente in settori a forte manualità e in contesti territoriali più deboli, un pericolo immanente per l’incolumità della persona che lavora. È doveroso e possibile l’obiettivo della “tolleranza zero” per le forme peggiori di sfruttamento del lavoro secondo un metodo di selezione nel più ampio fenomeno delle irregolarità e una combinazione di attività istituzionali e sociali. L’attività ispettiva deve sempre più divenire sintesi sinergica delle azioni programmate dai diversi organi di vigilanza – unitamente agli interventi delle forze di polizia, dei carabinieri e della guardia di finanza – e attuate in modo coordinato, e in linea di principio uniforme, a livello territoriale, anche in considerazione delle specifiche realtà e delle caratteristiche peculiari delle singole aree e dei diversi distretti economici. L’impegno del Governo è quello di portare a compimento la piena integrazione operativa dei servizi ispettivi e delle forze armate e di polizia anche attraverso l’impiego di tecnologie condivise e d’avanguardia che consentano collegamenti informatici e controlli incrociati. La collaborazione con l’arma dei carabinieri, che oggi già si realizza attraverso un suo nucleo specializzato, potrà avvalersi in termini più sistemici – a partire dai territori più esposti alle peggiori patologie – delle stazioni territoriali che costituiscono un presidio capillare nei territori, fonte privilegiata di informazioni e di percezioni su quanto in essi realmente accade. La collaborazione con la guardia di finanza, già avviata positivamente nell’ambito del piano straordinario di vigilanza nel Mezzogiorno, potrà consentire l’incrocio di informazioni essenziali per selezionare gli obiettivi. L’evoluzione della attività ispettiva dovrà consistere nell’approfondimento del lavoro di intelligence a monte delle attività operative affinché il numero inesorabilmente limitato di queste, in rapporto al numero complessivo delle imprese, sia tuttavia orientato verso obiettivi mirati in quanto ragionevolmente luogo delle più gravi violazioni (lavoro nero, sicurezza sui luoghi di lavoro, corretta qualificazione dei contratti di lavoro, false prestazioni nel settore agricolo e fenomeni di elusione contributiva, appalti illeciti, lavoro irregolare degli stranieri, lavoro minorile, inserimento lavorativo dei disabili). In un contesto di programmazione delle ispezioni risulterà più agevole – e decisiva – la messa a regime di programmi straordinari di vigilanza, alcuni in parte già avviati come il piano straordinario per i settori della edilizia e della agricoltura nel Mezzogiorno, correlati con lo sviluppo del controllo sociale degli organismi bilaterali a livello settoriale e territoriale. Le aree di intervento prioritario dovranno riguardare, oltre alle due citate, l’economia turistica e i servizi connessi alla logistica e ai trasporti, settori nei quali la diffusa irregolarità dei rapporti di lavoro costituisce un freno all’ammodernamento. Liberare il lavoro dalla illegalità e dal pericolo impone anche di semplificare e razionalizzare il quadro legale. Dare maggiore certezza agli operatori economici e piena effettività alle norme di legge e contratto collettivo. Valorizzare una tecnica sussidiaria di regolazione dei rapporti di lavoro che possa consentire di tener conto dei marcati differenziali territoriali e delle peculiarità di ciascun settore produttivo. Superare, in definitiva, quella concezione minimalista e semplificante che ha sin qui caratterizzato – con esiti non a caso modesti – le politiche pubbliche di contrasto e repressione del lavoro nero. Come se si trattasse di un fenomeno tutt’altro che complesso e articolato. Senza cioè alcuna distinzione tra ciò che in esso vi è di realmente patologico e di sfruttamento della persona che lavora, come tale da sanzionare pesantemente, e ciò che, invece, è illegale solo perché non trova adeguata rappresentazione nel quadro giuridico-formale di regolazione dei rapporti di lavoro. Importante – come dimostra il successo registrato in agricoltura, nel Nord del Paese – sarà la piena messa a regime del buono prepagato o voucher che consente di far emergere importanti sacche di lavoro sommerso la cui regolarizzazione garantisce tutele (previdenziali, assicurative e retributive) ai lavoratori, costi e oneri agevolati per le imprese e la successiva tracciabilità dei percorsi dei datori di lavoro come dei lavoratori. Essenziale appare, in particolare nel Mezzogiorno, la promozione di organismi bilaterali istituiti dalle organizzazioni rappresentative degli imprenditori e dei lavoratori agricoli su quella base provinciale che corrisponde peraltro all’ambito della contrattazione collettiva decentrata. Ci aiuta l’esempio dell’edilizia. Un settore caratterizzato dalla frammentazione delle imprese e dei rapporti di lavoro rispetto al quale le parti sociali hanno saputo organizzare insieme servizi che tutelano le persone e sostengono il tessuto produttivo. Lo stesso vale per l’economia turistica che richiede l’emersione di molti dei lavori che a essa afferiscono non solo allo scopo di garantire le doverose tutele, ma anche con il fine di garantire quella minima base di efficienza sulla quale soltanto può realizzarsi uno sviluppo organizzativo. Le caratteristiche diffuse e frammentate delle attività economiche che concorrono alla economia turistica richiedono, al pari di quanto avviene in edilizia e, seppure in forme meno strutturate, in agricoltura, il concorso del controllo sociale e l’adozione di un più marcato criterio di sussidiarietà verso le funzioni di governo del mercato del lavoro che possono essere esercitate congiuntamente dalle organizzazioni rappresentative dei lavoratori e dei datori di lavoro. Dal collocamento, ai flussi migratori stagionali, alla gestione dei voucher, alla formazione, alla salute e sicurezza nel lavoro, alla stessa integrazione del reddito nei periodi di inattività, gli enti bilaterali possono rappresentare in sussidiarietà un affidabile complemento delle funzioni pubbliche e delle stesse attività di vigilanza. Si tratta di sostituire intermediari parassitari, spesso legati alla criminalità organizzata, con sobrie ed efficienti attività di mediazione sociale non profittevole garantite dalla rappresentatività degli attori sociali. Gli enti bilaterali, che andranno irrobustiti e sostenuti, potranno fornire anche utili elementi conoscitivi in ordine ai fenomeni di maggiore criticità presenti sul territorio, fornendo così agli enti pubblici competenti elementi per programmare e gestire in modo più puntuale ed efficace le diverse tipologie di intervento e anche svolgere, in sinergia con le associazioni di settore, una azione di ampia sensibilizzazione delle aziende operanti negli stessi settori in ordine agli istituti giuridici utilizzabili per far emergere, da un lato, e contrastare, dall’altro lato, forme di lavoro irregolare e sommerso. Decisiva è, dunque, la funzione di “controllo sociale” che possono svolgere gli enti bilaterali, in grado di orientare operativamente l’attività di verifica da parte degli organismi pubblici come già avviene per il DURC (documento unico di regolarità contributiva) e come anche previsto, sul piano del diritto positivo, dalla recente modifica del Testo Unico di sicurezza e tutela della salute nei luoghi di lavoro che introduce la patente a punti in edilizia e il sistema di qualificazione delle imprese. Le grandi organizzazioni rappresentative della cooperazione italiana possono svolgere una significativa funzione ai fini della emersione del lavoro irregolare non soltanto per la loro capacità diffusa di monitorare e segnalare le forme di cooperazione spuria, ma anche per la loro capacità di promuovere modelli di cooperazione in grado di organizzare in termini trasparenti le attività lavorative che, in modo dipendente o autonomo, prestano servizi socio-sanitari e di assistenza domiciliare. Come in passato la cooperazione ha consentito l’emersione e lo sviluppo di attività tradizionalmente irregolari, tra cui il facchinaggio, così oggi essa può concorrere alla diffusione organizzata dei nidi familiari o alla regolarizzazione e qualificazione delle badanti. Tra le priorità delle azioni ispettive e di vigilanza assolutamente centrale è, infine, quella in materia di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Tale attività non è solo quella di natura prettamente tecnica volta alla verifica del rispetto della normativa prevenzionistica ma, come dimostrano i più recenti provvedimenti in materia di sospensione della attività imprenditoriale e di DURC, anche quella avente ad oggetto tutta la disciplina di gestione del rapporto che comunque incide sul profilo della integrità psico-fisica del lavoratore. Preso atto che, in tale ambito, vige il riparto delle competenze legislative e amministrative che vedono nelle Regioni e nella amministrazione statale i due interlocutori istituzionali del mondo datoriale, l’obiettivo da realizzare è quello del superamento di tale tradizionale “dualismo” in favore di una più integrata e sinergica azione di controllo che superi anche i più recenti modelli di coordinamento previsti dal Testo Unico. Le singole Regioni potranno, nella loro autonomia, stipulare convenzioni con lo Stato affinché le funzioni ispettive centrali integrino la loro programmazione con quella del servizio sanitario regionale verificando in tutti i comparti vigilati non solo i profili di propria competenza ma anche quelli relativi al rispetto delle norme in materia di sicurezza comunicandone i risultati. Tra le priorità della azione di governo per liberare il lavoro dalla illegalità e dal pericolo ricordiamo, infine, lo sforzo per procedere alla completa e puntuale implementazione del Testo Unico di sicurezza e tutela della salute nei luoghi di lavoro attraverso la normativa settoriale e di dettaglio. Fondamentale sarà la definitiva attivazione del sistema di governo, su base tripartita, delle attività in materia di salute e sicurezza sul lavoro per la individuazione di indirizzi di attività e interpretazioni uniformi sul territorio nazionale. In tal modo sarà possibile contare su un sistema che contempla il continuo confronto dei Ministeri e delle amministrazioni centrali competenti in materia con le parti sociali garantendo che le scelte operate vengano discusse a livello nazionale, coerentemente applicate a livello settoriale e/o territoriale, valutate quanto alla loro efficacia e, all’esito di tale valutazione, eventualmente corrette. Elemento centrale di tale sistema tripartito sarà il sistema informativo nazionale per la prevenzione nei luoghi di lavoro. Le amministrazioni potranno condividere i rispettivi patrimoni informativi, confrontandoli tra loro, sottoponendoli alle parti sociali e rendendo i rispettivi interventi maggiormente coerenti con una strategia nazionale della prevenzione e, al contempo, più economici in quanto più efficaci. Le informazioni raccolte saranno imprescindibile elemento per la definizione di linee strategiche comuni in materia di salute e sicurezza, per la loro diffusione a livello territoriale e la condivisione con le parti sociali.
L’integrazione di ISPESL e IPSEMA in INAIL – superando la prospettiva, limitativa, della mera conferenza di servizi e del coordinamento di autonome entità istituzionali – potrà consentire la costituzione di un polo nazionale strategico per la gestione, in chiave moderna e integrata, della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro attraverso l’integrazione delle competenze, l’unicità di impostazione delle strategie di sviluppo, la convergenza della definizione della programmazione e pianificazione, la tempestività dei processi decisionali, la semplificazione del modello operativo, l’ottimizzazione e il potenziamento dell’apparato organizzativo/funzionale, sia a livello centrale che territoriale. Si garantirà infine, senza soluzioni di continuità rispetto agli anni 2008 e 2009, il sostegno alle attività promozionali per la salute e sicurezza sul lavoro e si rafforzerà il coordinamento con il Ministero della istruzione in modo da coinvolgere le scuole di ogni ordine e grado relativamente alla diffusione di una nuova cultura della sicurezza. 2. Liberare il lavoro dal centralismo regolatorio Maggiori e migliori posti di lavoro non si creano per decreto. Le leggi possono contribuire a un contesto favorevole per la competitività delle imprese e sostenere la loro naturale propensione ad assumere e investire in modo stabile sulle persone. Ma possono anche determinare un effetto contrario, comprimendo le potenzialità del sistema produttivo e le istanze di inclusione, soprattutto là dove non siano capaci di interpretare e governare gli imponenti cambiamenti intervenuti nella società e nel lavoro. L’attuale centralismo regolatorio riflette assetti di produzione propri della vecchia economia. Dominati dalla grande fabbrica industriale. Con modelli di organizzazione del lavoro standardizzati e rigidi. Con un perimetro aziendale ben definito per struttura e composizione della manodopera impiegata e per localizzazione territoriale. È questa l’immagine del lavoro riflessa nello “Statuto dei lavoratori” del 1970. Una legge storica che ha portato nelle fabbriche i diritti fondamentali della persona sanciti nella Costituzione e promosso la presenza sindacale in azienda. Una legge che, tuttavia, trova oggi applicazione per una parte limitata e sempre più minoritaria del mondo del lavoro. Quarant’anni di Statuto evidenziano tutta la distanza che separa l’impianto di questa legge dai nuovi modelli di produzione e di organizzazione del lavoro e dalla recente evoluzione di un mercato del lavoro sempre più terziarizzato e plurale. Con forza sempre meno radicata presso la stessa azienda. Con nuove istanze di conciliazione tra i tempi di vita e di lavoro dettati dal massiccio – ma non ancora soddisfacente – ingresso delle donne nel mercato del lavoro. Con nuovi e crescenti dualismi che ampliano il divario tra chi partecipa al mercato del lavoro istituzionale, sindacalmente presidiato e tutelato, e chi invece è confinato in una economia informale governata da rapporti di lavori grigi che via via degradano nel sommerso totale. Al lavoro stabile e per una intera carriera si contrappongono oggi sempre più frequenti transizioni occupazionali e professionali che richiedono diritti e nuove tutele anche per l’inoccupato, il disoccupato e quanti sono coinvolti in processi di riconversione e ristrutturazione aziendale. I mutamenti del mondo del lavoro implicano l’insorgere di esigenze che spiazzano un sistema di tutele ingessato – perché fatto di norme rigide applicabili in modo indifferenziato a tutti i datori di lavoro di qualunque territorio o settore produttivo – suggerendo l’introduzione di assetti regolatori maggiormente duttili e la definizione di diritti universali post-moderni. La sfida dello “Statuto dei lavoratori” era ed è, ancora oggi, tutta qui. Nella capacità di superare una mentalità di mera conservazione dell’esistente. Perché uno statuto del lavoro rigido, ancorato ai modelli e alle logiche di un passato che non c’è più, tradirebbe la sua funzione storica che è ancora oggi pienamente attuale. Quella cioè di approntare, al di là delle tecniche e delle norme di dettaglio di volta in volta adottate, un sistema di tutele moderne e mobili tali da consentire il pieno sviluppo della persona attraverso il lavoro e nel lavoro. L’economia della conoscenza deve poter contare su lavoratori il cui potere contrattuale poggi sulle qualità e competenze professionali, sulla capacità di adattamento e sui meriti piuttosto che su di un sistema di garanzie tanto rigide quanto ineffettive. Questa è la vera stabilità del lavoro. Una stabilità basata su un sistema di convenienze reciproche più che su formalistiche imposizioni di legge che alimentano un imponente contenzioso (individuale e collettivo) e che nulla valgono quando un posto di lavoro si consuma. L’istanza di cambiamento non può essere affidata a soluzioni semplicistiche, che ipotizzano di ricondurre forzatamente la multiforme e dinamica realtà del lavoro in un unico schema contrattuale, il c.d. contratto unico. Sarebbe questo un modello di regolazione dei rapporti di lavoro ancora più rigido di quelli del passato tanto è vero che non è stato ipotizzato neppure nell’epoca in cui imperava l’impresa fordista. È illusorio pensare di poter cristallizzare il dinamismo dei nuovi lavori in rigide categorie giuridiche unificanti solo sulla carta, ma lontane da una realtà che, per essere governata e non rifuggire nell’economia sommersa, deve essere sempre meno eterodiretta dal legislatore statale e sempre più affidata a logiche sussidiarie e al libero dispiegarsi della contrattazione collettiva. Un moderno quadro regolatorio delle relazioni di lavoro, attento alla centralità della persona e alla effettività delle tutele, deve porsi quali obiettivi sostanziali i tre fondamentali diritti che dovranno essere garantiti a ogni persona che lavora, indipendentemente da formalismi e qualificazioni giuridiche. Il diritto ad ambienti di lavoro sicuri, innanzitutto. E anche il diritto a un compenso equo non solo in quanto idoneo a garantire una esistenza libera e dignitosa ma anche perché proporzionato ai risultati della impresa. A ciò si dovrà aggiungere un diritto di nuova generazione ancora poco effettivo nel nostro Paese: quello all’incremento delle conoscenze e delle competenze lungo tutto l’arco della vita quale vera garanzia di stabilità occupazionale e di espressione della propria personalità. Gli stessi diritti – e ancor più le tutele che li sostengono – possono essere solo in parte generalizzati e sanzionabili mentre richiedono contenuti regolatori promozionali che, soprattutto la contrattazione collettiva e gli enti bilaterali, potranno esprimere nelle diverse condizioni di settore, di territorio e di azienda.
Lo “Statuto dei lavori” ipotizzato da Marco Biagi, oggetto di un disegno di legge delega che il Governo presenterà in Parlamento, costituirà la rinnovata cornice dei diritti inderogabili di legge entro la quale le tutele potranno trovare una modulazione più moderna, prodotta in parte dalla legge stessa e poi flessibilmente derogabile o integrabile dalla contrattazione nei vari contesti e nelle dimensioni in cui si realizza. Il nuovo Statuto sollecita esplicitamente la sussidiarietà orizzontale verso le organizzazioni di tutela e rappresentanza dei lavoratori e degli imprenditori come la sussidiarietà verticale verso i livelli più prossimi al rapporto di lavoro. La flessibilità negoziata dalle parti sociali appare idonea a realizzare non solo la protezione del lavoratore in termini più aderenti alle diverse condizioni soggettive e di contesto, ma anche la reciproca adattabilità tra le esigenze delle imprese e quelle dei loro collaboratori. E in questo modo essa appare capace di perseguire il bene comune della crescita e della produttività del lavoro con occupazione anche nelle realtà territoriali più difficili, con riferimento alle componenti sociali più deboli o più svantaggiate, in favore delle più coraggiose iniziative imprenditoriali. La stessa organizzazione di forme aggiuntive di integrazione del reddito sulla base di contribuzioni volontarie – anche per le collaborazioni autonome – si può combinare efficacemente con le tutele attive della formazione e del ricollocamento previste nell’ambito degli organismi bilaterali sulla base delle sperimentazioni già effettuate, dall’artigianato ai fondi interprofessionali. Sarà necessaria una adeguata massa critica di lavoratori e di imprese aderenti per poter realizzare una diffusa articolazione territoriale perché anche per gli enti bilaterali vale la regola per cui solo la prossimità mette al riparo dai pericoli di autoreferenzialità. L’arretramento del centralismo regolatorio consentirà di sviluppare le esperienze e i compiti degli organismi bilaterali territoriali per una gestione condivisa dei mercati locali del lavoro e dei servizi che danno valore alla persona quali sicurezza, formazione, integrazione del reddito, collocamento, certificazione del contratto di lavoro. L’impianto plurale e sussidiario dello “Statuto dei lavori” affida alla bilateralità e alla contrattazione collettiva, così come congegnata dalla recente riforma degli assetti contrattuali e sostenuta dalle misure di decontribuzione e defiscalizzazione, l’obiettivo di incentivare la produttività del lavoro e il connesso incremento delle retribuzioni, diretto o indiretto, attraverso servizi integrativi e tutele aggiuntive di tipo promozionale. La maggiore attenzione della contrattazione collettiva al sostegno dei servizi rivolti a incrementare la dotazione di forme welfare negoziale e di protezione sociale dei lavoratori è destinata peraltro a sviluppare ulteriormente anche gli enti bilaterali nazionali dedicati alla previdenza complementare, alla assistenza sanitaria, agli oneri per la non autosufficienza.
3. Liberare il lavoro dalla incompetenza L’Italia, più di altri Paesi, registra un marcato disallineamento tra la domanda e l’offerta di lavoro. Colpa della mancanza di una robusta infrastruttura di moderni operatori del mercato del lavoro, pubblici e privati, in grado di mettere in contatto lavoratori e imprese. Colpa anche della totale inadeguatezza del sistema di formazione e, con particolare riguardo ai giovani, dei percorsi di transizione e raccordo tra scuola, università e mercato del lavoro. Colpa soprattutto del paradigma della separazione tra formazione e lavoro, tra istruzione e formazione, tra studio e lavoro, tra teoria e pratica, tra competenze culturali e competenze professionali, tra scuola e impresa che nega ideologicamente l’alternanza formativa e l’integrazione circolare tra questi diversi momenti. Eppure è l’effettivo accesso alle occasioni di apprendimento e di sviluppo e valorizzazione delle competenze – indicato nello “Statuto dei lavori” alla stregua di uno dei tre diritti fondamentali della persona in ambito lavorativo – che assume oggi una rilevanza strategica per la autopromozione della persona e per la competitività del sistema delle imprese in un mercato del lavoro ove la natura delle occupazioni cambia velocemente, alcune scompaiono e altre si creano. Con l’accordo tra Governo, Regioni e parti sociali del 17 febbraio 2010 abbiamo condiviso innovative linee guida per la formazione quale principale leva per l’adattabilità e la occupabilità delle persone. Si tratta di un patto per il cambiamento dei criteri attuali di finanziamento e della stessa concezione delle iniziative formative sulla base di tre presupposti:
1) il lavoro è parte essenziale di tutto il percorso educativo, formativo e professionale di una persona;
2) l’impresa e l’ambiente produttivo sono il contesto più idoneo per lo sviluppo delle professionalità;
3) la certificazione formale deve interessare la reale verifica delle competenze di una persona, maturate anche attraverso l’esperienza e il lavoro, a prescindere dai corsi di formazione frequentati che possono al più costituire un mezzo e non la prova per l’acquisizione e lo sviluppo di esse.
L’accordo, che implementeremo con le Regioni e le parti sociali, consentirà di cambiare il paradigma della formazione spostando l’attenzione dalle procedure ai risultati e, prima ancora, al destinatario. Piuttosto che concentrarsi sui fattori formali e burocratici dei percorsi formativi (durata, procedure, istituzioni e metodi pedagogici che portano a una qualifica), l’attenzione sarà diretta alle conoscenze, competenze o abilità che la persona ha acquisito ed è in grado di dimostrare. Ciò vale anche per i sistemi di istruzione e formazione che – come già declinato nel piano Italia 2020 per l’occupabilità dei giovani – devono adattarsi ai bisogni individuali. Rafforzare l’integrazione con il mercato del lavoro. Rendere trasparenti e mobili le qualifiche. Migliorare il riconoscimento dell’apprendimento non formale e di quello informale. Rendere trasparenti e accessibili i curricula a imprese e operatori del mercato del lavoro.
L’accento sull’apprendimento e sulle competenze, in questa nuova ampia accezione, sollecita la consapevolezza che al cuore delle politiche per la occupabilità sia necessario sviluppare ampi sistemi integrati di qualifiche, che non comprendano solo quelle legate ai percorsi formali e ai titoli di studio, ma siano anzi sempre più in sintonia con il mercato del lavoro, i sistemi di inquadramento professionale e le declaratorie contemplate dai contratti collettivi. Centrale, per contrastare la diffusa incompetenza e recuperare il disallineamento tra la domanda e l’offerta di lavoro, è la valenza educativa e formativa del lavoro – di tutte le esperienze di lavoro – che si esalta attraverso una integrazione sostanziale tra i sistemi educativi e formativi e il mercato del lavoro valorizzando modelli di apprendimento in assetto lavorativo (come il contratto di apprendistato) che possono consentire non soltanto la professionalizzazione (l’apprendimento di un mestiere), ma anche la acquisizione di titoli di studio di livello secondario o terziario compresi i dottorati di ricerca.
Le azioni concordate, e che siamo impegnati a implementare rapidamente, sono:
1) una rilevazione tempestiva su base territoriale e settoriale dei fabbisogni professionali di competenze sostenuta da una cabina di regia nazionale, a partire da un ampliamento su base provinciale del programma Excelsior, e lo sviluppo dei servizi di placement nelle università e scuole superiori;
2) l’impiego diffuso del metodo di apprendimento “per competenze” in situazione lavorativa in luogo di quello “per discipline separate” in situazione scolastica, la rivalutazione dell’istruzione-formazione tecnico-professionale, il coinvolgimento delle imprese, singole o associate, nelle attività educative e formative;
3) l’accesso degli inoccupati a tirocini di inserimento, il rilancio dei corsi di istruzione e formazione tecnico superiore (IFTS) e dei contratti di apprendistato della legge Biagi, privilegiando l’apprendimento nella impresa, la rivisitazione degli stage;
4) il rientro anticipato dei cassaintegrati sulla base di accordi di formazione e lavoro;
5) l’accreditamento di “valutatori” indipendenti in grado di certificare le effettive competenze dei lavoratori comunque acquisite, in modo da rafforzare la trasparenza e la migliore informazione nel mercato del lavoro, accrescere la capacità di offerta sul mercato del lavoro, migliorare l’incontro tra domanda e offerta e stimolare la ricerca delle più utili attività formative.
Per tutte le azioni indicate il ruolo sussidiario delle imprese, delle associazioni datoriali e sindacali e degli enti bilaterali appare essenziale e senza dubbio più efficace delle funzioni pubbliche che, comunque, dovranno essere potenziate e riqualificate a partire dai centri per l’impiego, in sinergia con le agenzie private per il lavoro, nell’ambito di una più marcata collaborazione tra Stato, Regioni e Province. Sebbene di carattere emergenziale, e circoscritto al 2010, l’accordo sulle nuove linee guida per la formazione assume connotati particolarmente innovativi anche per la modernizzazione del nostro sistema di relazioni industriali e di lavoro. Sono state poste le premesse per un nuovo diritto del lavoro. Un diritto delle risorse umane che renda plausibile l’idea di transitare verso una concezione più sostanzialista delle relazioni di lavoro e dei rapporti di produzione. Come già previsto nel piano di azione Italia 2020, una area di azione specifica sarà dedicata ai giovani nella convinzione – suffragata dai benchmark internazionali – che la difficile transizione dal mondo della istruzione e della formazione a quello del lavoro sia una delle principali criticità su cui intervenire per contrastare i crescenti tassi di disoccupazione, la dispersione scolastica e i bassi tassi di occupazione giovanili. La riduzione dei tempi di transizione generazionale dalla scuola alla vita professionale e il contenimento dei fenomeni di job mismatch richiedono un insieme di interventi integrati e strutturati di politiche attive del lavoro che rendano più fluidi e trasparenti i meccanismi che regolano l’incontro tra domanda e offerta di lavoro anticipando il contatto tra lo studente e l’impresa lungo tutto il percorso scolastico e formativo e quello universitario. È importante potenziare la rete degli operatori, autorizzati o accreditati, presenti sul mercato del lavoro, contrastare i canali informali che operano al di fuori del sistema, realizzare compiutamente, a livello regionale e nazionale, servizi istituzionali di accesso nella rete alle imprese che domandano e ai lavoratori che offrono lavoro. Ancor più decisivo è che attività di orientamento al lavoro e di collegamento con l’economia del territorio si sviluppino direttamente all’interno degli istituti scolastici e delle università, come previsto dalla Legge Biagi, sfruttando a dovere la posizione privilegiata degli istituti di istruzione e formazione nell’indicare alle aziende i giovani in possesso del curriculum scolastico e universitario più adatto al profilo ricercato. Nello stesso tempo, questa attività può rappresentare per le scuole e le università uno straordinario sensore della qualità e coerenza della loro offerta formativa rispetto alle richieste del tessuto produttivo circostante e degli studenti. Moderne leve di placement possono essere, in questa prospettiva, anche i percorsi educativi in alternanza e in apprendistato che consentono, con esperienza pratica e in un assetto produttivo autentico, il conseguimento di un titolo di studio. Come nel caso dell’apprendistato per l’esercizio del diritto-dovere di istruzione e formazione, che consente l’acquisizione di una qualifica del secondo ciclo. E ancor di più come nel caso dell’apprendistato di alta formazione che è indirizzato sia ai percorsi tecnico-professionali sia alla acquisizione di un titolo universitario e persino di un dottorato di ricerca. Le criticità dell’incerto riparto di competenze tra Stato e Regioni in materia richiedono una cabina di regia a livello nazionale che consenta, secondo i principi della leale cooperazione, intese largamente condivise e idonee a rendere operativi strumenti che, come appunto l’apprendistato, non hanno ancora trovato un assetto normativo e istituzionale soddisfacente penalizzando giovani e imprese nella ricerca di una reciproca adattabilità e qualificazione. La buona competenza delle lavoratrici e dei lavoratori sostiene i nuovi percorsi della crescita economica e garantisce a ciascuna persona la possibilità di esprimere il proprio potenziale, di essere utile a sé e agli altri.