Nuovo condono edilizio nel 2011, i proprietari di “case fantasma” che non iscriveranno volontariamente le proprie abitazioni al catasto, dal 1 gennaio 2011 potranno incorrere in sanzioni, perché gli immobili verranno registrati al catasto d’ufficio. L’iscrizione d’ufficio verrà eseguita in base ad una stima presunta: la valutazione definitiva dell’immobile verrà eseguita in un secondo momento dalle rispettive sedi dell’Agenzia del Territorio. In realtà, non tutti gli immobili fantasma hanno la scadenza del 31 dicembre, infatti quelli inseriti nella Gazzetta del 29 settembre 2010 hanno tempo fino alla fine di aprile 2011.
Un emendamento di poche righe al decreto milleproroghe riapre i termini dell’ultimo condono e si bloccano in Campania le demolizioni fino al 31 dicembre 2011. Il testo, firmato da 17 senatori del centrodestra dà la possibilità di presentare fino alla fine di quest’anno una domanda di sanatoria per gli abusi edilizi.
Il costo esatto per gli inadempienti verrà stabilito dopo il 31 dicembre e ad oggi si sa che gli oneri variano dai 1.030 euro per gli immobili fino ai 100 metri quadri ed arrivano fino a 1.270 per gli oltre 200 metri quadri. Poi ci sono Irpef e Ici e i documenti tecnici, le cui spese variano dai 3 ai 400 euro.
L’obiettivo di questa disposizione è quello di fare emergere i fabbricati fantasma e aumentare il gettito fiscale grazie agli oneri versati dai rispettivi proprietari che saranno, così, in regola. Le stime parlano di circa 2milioni di particelle sulle quali sono state edificate case che non risultano sulle mappe catastali.
Gli effetti di questo nuovo condono saranno tangibili soltanto negli anni a venire. I precedenti sono però tutt’altro che incoraggianti: la sanatoria approvata nel 2003 portò al riconoscimento di 40.000 edifici illegali (fonte Legambiente), mentre tornando ancora più indietro nel tempo, la norma Berlusconi-Radice risalente al 1994 giunse addirittura quota 83.000.
COME ISCRIVERE CASA AL CATASTO
Primo passo, procurarsi la visura catastale (sezione, foglio e particella) dell’immobile. Poi verificare presso gli sportelli comunali o all’Agenzia del Territorio se la casa figura o meno negli elenchi. Si può verificare anche on-line sul sito www.agenziadelterritorio.gov.it, accedendo alla sezione “Servizi telematici” e poi “Elenco fabbricati non censiti”. Nel caso l’edificio risulti abusivo – ovvero non dichiarato – il proprietario deve dare mandato di accatastamento (iscrizione al catasto) ad un tecnico abilitato e iscritto ad uno dei seguenti albi professionali: ingegneri, architetti, geometri, dottori agronomi, periti industriali edili, periti agrari, agrotecnici.
“E’ stata la Corte Costituzionale con la sentenza del 2006 ad annullare la legge regionale della Campania voluta da Bassolino e che in modo assolutamente arbitrario aveva precluso ai campani l’esercizio di un diritto riconosciuto a tutti gli altri cittadini della Repubblica”, ha aggiunto il senatore del Pdl.
E sugli elevatissimi indici di abusivismo registrati in Campania Sarro sottolinea: “Questo non vuol dire poter negare un diritto. Oltretutto il fatto di poter chiedere il condono non vuol dire che lo si ottenga perché dipende da un’istruttoria a cui concorrono i comuni ma anche le soprintendenze”.
“Non so dove sia tutto questo scandalo, - ha concluso l’autore dell’emendamento - . anche perché chiediamo solo il ripristino di una situazione di parità di trattamento e i sindaci dei comuni della Campania sono attestati su questa posizione”.
Naturalmente il condono edilizio rigurada tutte le regioni italiane Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Trentino-Alto Adige, Umbria, Valle, Veneto
Un emendamento di poche righe al decreto milleproroghe riapre i termini dell’ultimo condono e si bloccano in Campania le demolizioni fino al 31 dicembre 2011. Il testo, firmato da 17 senatori del centrodestra dà la possibilità di presentare fino alla fine di quest’anno una domanda di sanatoria per gli abusi edilizi.
Il costo esatto per gli inadempienti verrà stabilito dopo il 31 dicembre e ad oggi si sa che gli oneri variano dai 1.030 euro per gli immobili fino ai 100 metri quadri ed arrivano fino a 1.270 per gli oltre 200 metri quadri. Poi ci sono Irpef e Ici e i documenti tecnici, le cui spese variano dai 3 ai 400 euro.
L’obiettivo di questa disposizione è quello di fare emergere i fabbricati fantasma e aumentare il gettito fiscale grazie agli oneri versati dai rispettivi proprietari che saranno, così, in regola. Le stime parlano di circa 2milioni di particelle sulle quali sono state edificate case che non risultano sulle mappe catastali.
Gli effetti di questo nuovo condono saranno tangibili soltanto negli anni a venire. I precedenti sono però tutt’altro che incoraggianti: la sanatoria approvata nel 2003 portò al riconoscimento di 40.000 edifici illegali (fonte Legambiente), mentre tornando ancora più indietro nel tempo, la norma Berlusconi-Radice risalente al 1994 giunse addirittura quota 83.000.
COME ISCRIVERE CASA AL CATASTO
Primo passo, procurarsi la visura catastale (sezione, foglio e particella) dell’immobile. Poi verificare presso gli sportelli comunali o all’Agenzia del Territorio se la casa figura o meno negli elenchi. Si può verificare anche on-line sul sito www.agenziadelterritorio.gov.it, accedendo alla sezione “Servizi telematici” e poi “Elenco fabbricati non censiti”. Nel caso l’edificio risulti abusivo – ovvero non dichiarato – il proprietario deve dare mandato di accatastamento (iscrizione al catasto) ad un tecnico abilitato e iscritto ad uno dei seguenti albi professionali: ingegneri, architetti, geometri, dottori agronomi, periti industriali edili, periti agrari, agrotecnici.
“E’ stata la Corte Costituzionale con la sentenza del 2006 ad annullare la legge regionale della Campania voluta da Bassolino e che in modo assolutamente arbitrario aveva precluso ai campani l’esercizio di un diritto riconosciuto a tutti gli altri cittadini della Repubblica”, ha aggiunto il senatore del Pdl.
E sugli elevatissimi indici di abusivismo registrati in Campania Sarro sottolinea: “Questo non vuol dire poter negare un diritto. Oltretutto il fatto di poter chiedere il condono non vuol dire che lo si ottenga perché dipende da un’istruttoria a cui concorrono i comuni ma anche le soprintendenze”.
“Non so dove sia tutto questo scandalo, - ha concluso l’autore dell’emendamento - . anche perché chiediamo solo il ripristino di una situazione di parità di trattamento e i sindaci dei comuni della Campania sono attestati su questa posizione”.
Naturalmente il condono edilizio rigurada tutte le regioni italiane Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Trentino-Alto Adige, Umbria, Valle, Veneto
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